dirittoaldisarmonucleare

 

 

 

LIBERI DALLA PAURA NUCLEARE:

 

E’ UN DIRITTO!!!

 

 

 

Al Segretario Generale dell’ONU

 

(DICHIARAZIONE IMPEGNATIVA PER LE SINGOLE PERSONE IN SOSTEGNO DI UNA RISOLUZIONE DELL'ONU PER UN MONDO LIBERO DALLE ARMI NUCLEARI)

 

adesione on-line su:

dirittoaldisarmonucleare

collegata all'iniziativa: ESIGIAMO! IL DISARMO NUCLEARE TOTALE

(vai alla URL: http://www.petizioni24.com/esigiamo)

 

Noi cittadini del mondo, firmatari della presente Dichiarazione, esprimiamo l’aspirazione ad un futuro di pace, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite.

Questo per noi significa in primo luogo e soprattutto agire per scongiurare l’eventualità terrificante, e attualmente sempre più probabile, di una guerra nucleare; ed affermiamo, in conformità con i veri scopi e i principi della comunità internazionale, il diritto dell’intera umanità a vivere libera dalla minaccia nucleare.

Ci impegniamo a manifestare e diffondere, con tutti i mezzi democratici a nostra disposizione, la consapevolezza che la dignità umana ha come radice ultima il supremo diritto alla vita di ogni individuo (Articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) e quindi, a maggior ragione, della specie umana: essa è allo stesso tempo salvaguardia della memoria delle generazioni passate e garanzia di senso del futuro per tutti.

La decisione che esigiamo dai nostri governi, per realizzare un ordine internazionale libero dal ricatto dello sterminio nucleare, è di dichiarare proibita l’arma nucleare in quanto incompatibile con tutti i fini, nessuno escluso, delle Nazioni Unite, e portatrice di una dinamica spaventosa di massacri e di distruzione per la società mondiale e per gli ecosistemi naturali.

Affermiamo che la dichiarazione di illegalità delle armi nucleari e la loro eliminazione sono legate indissolubilmente. Illegalità che non deve semplicemente riferirsi, come oggi, all'uso ma anche alla minaccia dell'uso, al possesso, a tutto ciò che attua una logica illusoria di "deterrenza". Questa è l'intenzione sostanziale che deve trovare espressioni giuridiche coerenti ed efficaci nel diritto internazionale e nella sua attuazione.

Consideriamo un crimine contro l’umanità il mantenere in funzione gli arsenali nucleari (e a maggior ragione la loro modernizzazione) e non impegnarsi a distruggere le armi nucleari in proprio possesso. Come appare ovvio, la preparazione di un crimine è già un crimine!

Riteniamo sia obbligatorio per qualsiasi Paese civile impegnarsi a distruggere ogni impianto di produzione di armi nucleari di sua proprietà o in suo possesso e/o ubicato in qualunque località sotto la sua giurisdizione o controllo.

Esigiamo dai governi che siano impegnati a preparare e a far approvare dall’Assemblea delle Nazioni Unite una “risoluzione” sul "diritto a vivere liberi dalla paura della guerra nucleare" e sulla conseguente messa al bando degli armamenti nucleari, quale diritto universale e indivisibile, cui il diritto di autodifesa degli Stati deve essere posposto.

L’approvazione di un tale diritto determinerà, per tutti gli Stati membri della comunità internazionale, l’obbligo giuridico della rinuncia all’uso della minaccia nucleare anche per fini di "deterrenza" e a procedere, in modo controllato e pianificato, ma rapido, a quel disarmo nucleare che è un obiettivo ufficialmente ritenuto "necessario" da tutti, anche (senza però calendario!) dalle potenze nucleari.

A livello di organismi e di procedure ONU, esigiamo che si proceda alla stipulazione di un Trattato per il bando delle armi nucleari analogo a quelli già sottoscritti per le armi biologiche e chimiche e che di conseguenza siano previste congrue sanzioni nei casi di violazione del diritto affermato.

 

ADESIONE DI ALEX ZANOTELLI

 

Grazie a tutti voi per il serio impegno con cui state rilanciando con forza l'abolizione totale di tutte le armi di distruzione di massa, ma sopratutto della più terrificante tra di esse , l'arma nucleare. In un momento in cui la guerra è diventata la normalità e il mondo è prigioniero del " complesso militare industriale" non è un compito facile rilanciare una campagna contro l'abolizione del nucleare.
Voi avete avuto il coraggio di farlo! Grazie!
Mi auguro che tutti i vari rivoli del movimento per la pace in Italia, dalla Rete della Pace alla Tavola della Pace, dai NO MUOS ai NO F-35 ,assumano e facciano propria questa campagna. Ma sopratutto mi auguro che le Chiese abbiano finalmente il coraggio di dichiarare pubblicamente che non solo l'uso dell'atomica è immorale, ma che la Bomba atomica è PECCATO! "La nostra sicurezza come popolo della fede-amava dire il grande vescovo di Seattle, R. Hunthousen- non risiede nelle armi demoniache che minacciano qualsiasi forma di vita sulla terra. La nostra sicurezza è nel Dio tenero che ci ama. Dobbiamo smantellare i nostri arsenali di terrore  e porre la nostra fiducia in Dio."
Credenti e laici, diamoci una mano per detronizzare la Regina del Terrore che, come spada di Damocle, minaccia la vita di tutti e del Pianeta.

 

Primi firmatari del testo (info: locosm@tin.it www.osmdpn.it www.energiafelice.it cell. 340-0878893 )

(che è stato sottoposto alla X Conferenza organizzata dal M.U.N. Milano, 11-14 marzo 2015, cui ha partecipato in qualità di relatore Luigi Mosca)

Studenti del Liceo Linguistico Manzoni impegnati nel M.U.N. Milano:

Alessandro Secchi - Nicole Buzzetti - Michael Milovan - Carmelo Emanuele - Thomas Lozano - Omar Colangelo - Virginia Dal Zuffo - Giacomo Annoni - Sara Mazarese - Giorgia Zampier - Carlotta Trevisan - Letizia Bonfanti - Enrico Nicosia - Beatrice Campanella - Alessandro Boles - Mariangela Crisci - Alessandra Zanazzi - Paolo D'Elicio - Serena Cesareo - Daniela Simonetti

Luigi Cadelli - docente (M.U.N. Milano www.milanmun.it    luigicadelli@yahoo.it )

Mario Agostinelli (Energia Felice) - Luigi Mosca (Armes nucléaires stop) - Alfonso Navarra (Fermiamo chi scherza col fuoco atomico) – portavoci di "ESIGIAMO il disarmo nucleare totale"

Antonia Sani, Giovanna Pagani, Patrizia Sterpetti, Sancia Gaetani (WILPF Italia – Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà - antonia.sani@alice.it cell. 349-7865685)

Emanuele Patti (ARCI Milano) – Fabrizio Cracolici, Laura Tussi (Progetto "Per non dimenticare" - Città di Nova Milanese e Bolzano) – Alessandro Marescotti (PeaceLink) - Giuseppe Farinella (Associazione Energia Felice- ARCI)

Massimo Aliprandini - Beppe Marazzi - Luciano Zambelli -Tiziano Cardosi - Vittorio Pallotti (Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta)

Alex Zanotelli

Roberto Cotti - cittadino Senatore

Paolo Bolognesi - deputato della Camera

Manlio Giacanelli

Joachim Lau

Antonino Drago

Paolo D'Arpini - Rete bioregionale italiana

Roberto Brambilla - Lista Civica Italiana

Isabella Horn - Giuseppe Bruzzone - Gianni Tamino – Auretta Pini – Gianfranco Azzali – Giuseppe Morandi - Angelo Baracca - Marco Palombo -Patrick Boylan - Anna Polo - Francesco Lo Cascio - Paolo Candelari - Adriano Ciccioni - Emilio Bibini - Ivan Bettini

Firmatari alla Festa della Lega di Cultura di Piadena

Isabella Pozzoni – Anna Rita Pagliara – Laonardo Di Iorio – Riccardo Cosmelli – Massimo Troise – Roberto Abbate – Claudio Spotti – Luciano Leni – Maria Luisa Paroni - Tiziana Oppizzi – Pedro Rodrigues – Giovanna Malavolti -

 

 

 

Il 25 e 26 settembre 2015, nella cittadina piemontese di Villarfocchiardo, oggetto, come tutta la Valsusa, dell'invasione di una grande opera distruttiva, nell'occasione della Giornata ONU per il disarmo nucleare, esperti ed attivisti, italiani e francesi si sono confrontati su come contrapporre ai rischi di guerra nucleare il diritto all'esistenza dell'umanità.
Ecco, in sintesi, cosa si è discusso e concluso (vai su http://www.osmdpn.it/conclusioni%20villar%2025-26%20settembre%202015.htm)

- abbiamo compreso che il movimento internazionale per il disarmo
nucleare deve mobilitarsi e vigilare affinché la nuova spinta dal
basso (iniziativa umanitaria sostenuta da Stati non nucleari e società
civile internazionale) non si faccia imbrigliare e disperdere in
meccanismi istituzionali ONU predisposti come trappole dagli Stati
nucleari (il gruppo aperto per il disarmo con la regola
dell'unanimità)

- forse sarebbe necessario spingere dal basso per un "trattato" che
esprima il "coraggio politico" degli Stati che vogliono sancire da
subito il bando giuridico senza aspettare il consenso universale. (La
"convenzione" è un sinonimo di "trattato", ma nel linguaggio ONU,
schematizzando, si usa di preferenza per i documenti su questioni
universali che coinvolgono quasi tutti i membri fin dall'inizio del
percorso);

- la base culturale dell'iniziativa umanitaria è debole: non bisogna
prendere di mira solo l'eventuale uso delle armi nucleari ma la
condizione base che consente la minaccia dell'uso, quindi il loro
possesso giustificato come "deterrenza" e "dissuasione". La realtà
fattuale del "rischio nucleare", quale minaccia effettiva alla
sopravvivenza dell'umanità, deve entrare nel ragionamento. Tutto
questo ragionamento è contenuto nella "Dichiarazione per il diritto
alla sopravvivenza dell'Umanità";

- la nostra "Dichiarazione" può essere uno strumento per un intervento
"pacifista" alla COP 21 di Parigi (dicembre 2011), nella quale
Hollande si propone di lanciare una "Carta per i diritti
dell'umanità". Se usciamo dalla logica dei compartimenti stagni per i
movimenti e quindi scartiamo che Parigi possa essere solo un affare
del WWF, allora possiamo comprendere come sia utile una iniziativa che
sottolinei come la responsabilità per la vita di tutti non riguarda
solo la lotta contro il cambiamento climatico ma vede la sua priorità
logica e fattuale nella scomparsa della minaccia nucleare;

- in Italia c'è da riprendere l'impegno per rimuovere le atomiche USA
da Ghedi ed Aviano, che oltretutto violano il TNP. Una campagna contro
gli F35 adibiti a missioni nucleari è un utile strumento a questo
scopo. Dobbiamo anche poter chiarire come le missioni nucleari siano
collegate a strampalate ma pur sempre vigenti dottrine militari di
impiego NATO delle armi nucleari (il "first use"). Ricordiamo che la
denuclearizzazione costituisce un grimaldello per mettere in
discussione la NATO;

- le nostre due petizioni telematiche esprimono il senso complessivo
del nostro impegno: una scadenza da tenere presente è la visita di Ban
ki-moon all'EXPO di Milano il 16 ottobre pv. Proveremo ad organizzare
un incontro tra il Segretario generale dell'ONU ed una delegazione di
ragazzi del MUN Milano che hanno sottoscritto
www.petizioni24.com/dirittoaldisarmonucleare

 

Per concludere, ecco il testo della Dichiarazione per il “diritto alla
sopravvivenza dell’Umanità”:

 

Noi , donne e uomini, partecipanti all’incontro di Villar Focchiardo
del 25 settembre 2015, cittadine e cittadini del mondo appartenenti
alla famiglia umana, responsabili della custodia della Madre Terra ,
l’unico pianeta che abbiamo, che abitiamo e che amiamo

Riaffermando che il principale scopo delle Nazioni Unite è il
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale,

Ricordando i principi fondamentali della legge internazionale definiti
nella Carta delle Nazioni Unite,

Esprimendo la volontà e l’aspirazione di tutti i popoli a sradicare la
guerra dalla vita dell’umanità e, soprattutto, ad evitare una
catastrofe nucleare mondiale, che può scatenarsi persino per
incidente, per caso e per errore;

Riconoscendo che il mantenimento di una vita pacifica per i popoli è
sacro dovere di ogni Stato, e che la sua sovranità è legittima nella
misura in cui protegge la vita e la dignità della vita promuovendo i
diritti umani, individuali, collettivi e dell’umanità intera;

Consapevoli che il mantenimento in vita dell’umanità costituisce il
prerequisito internazionale assoluto per il benessere materiale, lo
sviluppo e il progresso dei paesi, e per la piena attuazione dei
diritti umani e delle libertà fondamentali proclamate dalle Nazioni
Unite,

1. ci assumiamo il compito di annunciare una verità che a noi appare
evidente ed inoppugnabile: la difesa del diritto alla sopravvivenza
dell’intera umanità e la promozione della sua attuazione costituiscono
un obbligo fondamentale per ogni Stato e per la comunità organizzata
degli Stati;

2. indichiamo agli Stati, a tutti gli Stati, il dovere di assicurare
la sopravvivenza dell’umanità, oltre che attraverso politiche di
salvaguardia dell’ecosistema globale, soprattutto mediante l’urgente e
prioritaria eliminazione della minaccia di guerra, in particolare
della guerra nucleare, che esige l’immediato disarmo nucleare totale
collegato all’abolizione giuridica degli armamenti nucleari;

3 – sottolineamo che la deterrenza nucleare rappresenta una minaccia
permanente di guerra e di sterminio universali che inquina il
carattere stesso della civiltà umana; ne consegue che al di là dello
stesso possesso di armi nucleari, il solo predisporle andrà condannato
e perseguito, da un ordine giuridico internazionale giusto, come
“crimine contro la pace” e “crimine contro l’umanità”.

Citiamo infine il Manifesto Russel-Einstein del 1955, di cui
condividiamo spirito e contenuti: "Si apre di fronte a noi, se lo
vogliamo, un continuo progresso in felicità, conoscenza e saggezza.
Sceglieremo invece la morte, perché non sappiamo dimenticare le nostre
contese? Ci appelliamo, come esseri umani, ad altri esseri umani:
ricordate la vostra umanità, e dimenticate il resto".

 

 

NO AGLI F35 NUCLEARI CHE L'ITALIA STA ACQUISTANDO

Roberto Cotti, della Tavola della Pace della Sardegna, rappresentante in Senato del M5S, al seminario di Villarfocchiardo ci ha informato della mozione "trasversale" (Atto 1-00405, con firme anche di senatori del PD e di SEL) che è riuscito a presentare contro l'uso nucleare degli F-35.
Eccone alcuni passi:
Il Senato, considerato che il programma "JSF/F-35 Lightning II" prevede la capacità di trasportare operativamente all'interno di ciascun velivolo due bombe nucleari di tipo B61-12; che tale capacità è ad oggi annunciata come caratteristica dei lotti di produzione da cui acquisteremo i 90 velivoli destinati al nostro Paese; che alcuni Paesi alleati, quali il Regno Unito, hanno da tempo rinunciato alle capacità nucleari condivise dell'Alleanza Atlantica, mentre altri come la Germania, il Belgio e l'Olanda hanno già espresso tale intenzione; che il Parlamento olandese ha chiesto al governo del proprio Paese che il velivolo F-35 scelto come successore degli attuali F-16 non sia dotato delle capacità necessarie per svolgere il ruolo nucleare; che l'Italia ha sottoscritto il TNP, che la legge 185/1990 vieta espressamente la fabbricazione e l'importazione di armi biologiche, chimiche e nucleari, che l'Italia ha sempre dichiarato di non fare parte del "club atomico" con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano, che per ben due volte il popolo italiano ha rifiutato, con due referendum, l'opzione nucleare anche solo per fini civili, IMPEGNA IL GOVERNO a non procedere all'acquisizione dei requisiti hardware e software necessari per equipaggiare le varie versioni del velivolo F-35 delle capacità necessarie per trasportare e sganciare armi nucleari del tipo B-61-12, il cui schieramento operativo sul territorio europeo è previsto a partire dalla fine del presente decennio nell'ambito dei programmi di condivisione nucleare dell'Alleanza Atlantica.

 

LA COP 21 DI PARIGI : BILANCIO E PROSPETTIVE DEI « DISARMISTI ESIGENTI »

PROGETTO DI « DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UMANITA’» : ANCHE NOI VOGLIAMO E DOBBIAMO CONTRIBUIRVI

VERSO GINEVRA (ONU) NEL 2016: ESIGIAMO IL BANDO DEGLI ORDIGNI NUCLEARI !

Alfonso Navarra

(Comunicazione del 23 dicembre 2015)

Antinucleari a Parigi in missione per il "diritto" al disarmo nucleare. La nostra delegazione di "disarmisti esigenti" (in particolare Mario Agostinelli ed Heidi Meinzolt ed altre attiviste WILPF – Anna Lisa Milani, Anita Fisicaro - all’inizio, Luigi Mosca e Alfonso Navarra, presenti nella fase finale) ha partecipato ai lavori della COP 21 di Parigi – la Conferenza ONU sul clima che si è svolta dal 30 novembre al 12 dicembre 2015. Avevamo un compito preciso, rafforzato dal voto della Camera dei deputati del 26 settembre 2015, che ha approvato una mozione di Sinistra Italiana, primo firmatario Filiberto Zaratti, anche ispirata da noi: riuscire a far emendare, includendo il riferimento alla guerra nucleare, la "Carta dei diritti dell’Umanità" che si presumeva che il presidente francese François Hollande avrebbe lanciato dalla conferenza stessa.

(Nota bene. La documentazione relativa alla giornata di discussione alla Camera: "COP21 La sfida che non si può perdere – L’Italia e l’Europa verso la Conferenza di Parigi", è rinvenibile alla URL:

Qui si possono trovare le comunicazioni del Governo a partire da pag. 1 e la discussione relativa alle risoluzioni presentate. A pag. 50 si legge: "La Camera approva con 159 si’ e 74 no". Ciò riguarda la risoluzione di nostro interesse che è la 6-00178, riformulata ben due volte nel corso di seduta, e se ne puo’ trovare il testo integrale nell'allegato A del quale si riporta qui sotto il link:

Si deve andare alle pag. 41 per il primo testo e pag. 46 per il testo modificato).

 

Già comunque, prima di partire, avevamo valutato la non attendibilità di Hollande quale interlocutore disponibile ad ascoltare e recepire la nostra proposta, causa una politica della Francia fortemente pro-nucleare, nel campo militare ma anche nel campo civile, sottolineata da questo Paese in tutte le sedi internazionali. Per questo abbiamo richiesto via mail un incontro con il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, possibilmente ma non necessariamente nei giorni della COP 21, pensando ad un suo possibile appoggio – fondato sulle sue prese di posizione – ad una risoluzione delle Nazioni Unite relativa ad una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Umanità. Dovremo ora scrivergli in modo più formale e darci da fare per riuscire ad ottenere un appuntamento.

A Parigi è però successo che Hollande non ha lanciato, come in precedenza aveva annunciato, la sua "Carta" prendendosi invece il tempo di proporla come risoluzione dell'ONU: ed ora non ci interessa stare ad arzigogolare sui motivi di questo suo tentennare (si visiti il sito: ). Ragion per cui – questo è l’essenziale dal nostro punto di vista "tattico" - non abbiamo avuto l’appiglio di base a cui agganciarci per inserire il nostro discorso sul nucleare. Né abbiamo potuto contare su una altra sponda possibile da parte del governo italiano che, nella sua attività durante la COP di Parigi, ha bellamente ignorato le sollecitazioni antinucleari che gli provenivano dalla mozione di Sinistra Italiana. Il governo italiano ha seguito la COP di Parigi – nella blindatissima "zona blu" di Le Bourget - con il ministro dell’ambiente Paolo Galletti (dopo una breve comparsa del premier Matteo Renzi); il quale, con l’aiuto dei suoi "sherpa", ha negoziato, per quanto ne sappiamo, riferendosi solo ad una problematica di ambientalismo ristretto, compartimentato e riduttivo.

Galletti si è unito al coro del trionfalismo generale rispetto all’accordo venuto fuori dal meeting di Parigi: e lo leggiamo sul sito ufficiale del suo Ministero, nel contesto delle sue scontate vanterie sull’impegno ed i risultati dell’Italia ():

"Considero una grande vittoria italiana ed europea la decisione che vincola tutte le nazioni del pianeta a darsi l'obiettivo di contenimento entro 1,5 gradi centigradi del riscaldamento globale".

In realtà a Parigi, per la precisione, è venuta fuori questa formulazione, nell’art 2 dell’accordo:

"(la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico è da rafforzare) attraverso il contenimento dell’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2° Celsius rispetto ai livelli pre-industriali ed il proseguimento degli sforzi per limitare l'aumento della temperatura di 1,5° Celsius rispetto ai livelli pre-industriali".

L’obiettivo dei tagli fisici di CO2, va chiarito, non è affatto vincolante (entro il 2030 dovrebbero essere emesse, per stare in sicurezza, non più di 40 miliardi di tonnellate, mentre con i trend attuali si arriverebbe a 70 miliardi) proprio per permettere agli Stati Uniti di sottoscrivere l’accordo bypassando l’opposizione della maggioranza repubblicana al Congresso USA. Ma il nostro scopo, al momento, non è di esaminare il tasso di fumosità dell’accordo di Parigi in rapporto al suo reale contenuto in arrosto.

Ci interessa di più rimarcare che nel testo finale la parola "nucleare" non la si trovi nemmeno con il lanternino: il che significa, prendendo il lato positivo della faccenda, che, valutandone l’impopolarità pubblica, non si è tentato di rendere palese la proposta del nucleare civile come contributo di soluzione dell’emergenza climatica. La lobby nucleare, che ha sponsorizzato la COP 21 investendo in essa milioni di euro (in particolare EDF ed Areva, vale a dire l’equivalente di ENEL e Ansaldo-Finmeccanica in Francia), si è fatta sentire più attraverso le iniziative collaterali come ad es. il grande Forum sull’innovazione tecnologica, cioè l’adunata dei grandi manager di Stato e delle multinazionali energetiche, che si è tenuto addirittura all’interno dello Stadio di calcio di Parigi!

Per questo risultato – non si cita il nucleare tra le energie "pulite" - dobbiamo registrare il successo della pressione della Rete "Sortir du Nucléaire" e di altre ONG e organizzazioni di base; pressione che si è espressa con la "disobbedienza civile" al divieto di manifestare durante lo stato di emergenza ottusamente decretato dal governo francese dopo gli attentati terroristici del 13 novembre scorso. Difatti abbiamo visto una iniziativa di catena umana (la "red line" per la giustizia climatica, promossa anche da ATTAC, 350.org, Confédération Paysanne, ed altre 130 organizzazioni di base) programmata per – relativamente – pochi, trasformarsi, il 12 dicembre 2015, a dispetto della mancata autorizzazione, in un corteo di massa con decine di migliaia di persone "ecopacifiste" marcianti festosamente dall’Arco di Trionfo verso la Tour Eiffel.

Sortir du Nucléaire dopo la manifestazione del 13 dicembre ha emesso il seguente comunicato: "Di fronte alla lobby nuclearista, noi proseguiamo la nostra mobilitazione contro questa tecnologia mortifera, che ci funesta da 70 anni, riaffermando che non può rappresentare una soluzione al riscaldamento climatico. Al posto di svoltare verso una vera transizione energetica e climatica, la Francia prolungherà la vita delle sue vecchie centrali e costruirà nuovi EPR. Noi continueremo a denunciare questa scelta criminale".

Sarebbe il caso – a nostro parere – di adottare una prospettiva di mobilitazione più europea ed europeista (c’è sul tappeto la proposta di Energia Felice del Network antinucleare europeo); e di rendere più chiaro ed esplicito l’impegno di lotta anche e soprattutto contro il nucleare militare, che nel 2016 ci aspetta con scadenze sicuramente importanti.

Per cominciare, il tema dei "diritti dell’Umanità" e del "diritto al disarmo nucleare" quale precondizione del "diritto alla pace", non si vede perché non debba essere portato avanti da noi, disarmisti esigenti e gente di buona volontà, con una impostazione più coerente e credibile rispetto a quella concepita dagli intellettuali francesi pro-nucleare.

L’asse italo-francese costruito al Seminario di Villarfocchiardo (25-26 settembre 2015) potrebbe attivarsi per redigere una "Dichiarazione dei diritti dell’Umanità" che sia in grado di focalizzare per bene la gerarchia delle minacce che gravano sulla testa di tutti: nell’ordine, la minaccia della guerra nucleare, che può compiere un ecocidio in pochi minuti anche, disgraziatamente, nello stesso momento in cui qualcuno sta leggendo queste righe; la minaccia del riscaldamento climatico, cui occorrono 100 anni per estinguere, in una prolungata agonia, la nostra specie; la minaccia della diseguaglianza sociale, alla base di sofferenze (anche con esito mortale), miserie e guerre che subiamo da secoli (millenni!) e potremmo continuare a subire per altrettanti secoli (con il rischio che faccia cortocircuito con le minacce militari ed ecologiche sopra richiamate).

Potremmo anche coinvolgere, se ci stanno, i ragazzi ed i docenti del MUN-Milano, in questo lavoro di redazione della Dichiarazione, che dovrebbe dare un coronamento alla cultura della Pace del XXI secolo, assumendone i 4 pilastri individuabili: 1) internazionale dell’Umanità 2) ammissione della comune figliolanza dalla Madre Terra e quindi responsabilità comune verso l’equilibrio ecosistemico cui apparteniamo; 3) eguaglianza di diritti nella società del diritto (nel riconoscimento delle differenze a partire dalla differenza di genere); 4) nonviolenza.

Dovremmo puntare ad un qualcosa che esprima la nuova identità delle cittadine e cittadini del mondo ed aspiri ad una dimensione storica come base per un patto sociale di lunga durata, cui conformare il diritto internazionale e le sue istituzioni.

Questo percorso culturale parallelo potrebbe rafforzare ed accompagnare l’impegno che ci attende nel 2016 (e negli anni seguenti) rispetto a quanto seminato con l’Iniziativa Umanitaria - capofila l'Austria - per il disarmo nucleare (siamo arrivati ai 139 Stati aderenti) e alla necessità che sbocchi quanto prima nel coraggio di chi comincerà a partire subito, senza aspettare tutti gli altri, con un Trattato per l’abolizione delle armi nucleari.

E’ una necessità che dovremo sollecitare nell’Open-Ended Working Group (OEWG) dell’ONU sul disarmo nucleare, stabilito con 135 voti favorevoli, 12 contrari e 33 astensioni, nell'ultima sessione dell’Assemblea Generale tenutasi a New York da settembre a novembre, (quella in cui abbiamo avuto la sorpresa della proposta, forse demagogica, ma comunque importante, del Giappone per l'abolizione delle armi nucleari), che aprirà i suoi lavori a Ginevra all'inizio del 2016. E' positivo il fatto che questo gruppo di lavoro non abbia adottato il principio dell'unanimità e quindi forse avrà più spazio per procedere nel senso del "pledge" di colmare il gap giuridico che caratterizza le armi nucleari rispetto alle altre armi di distruzione di massa proibite.

Il calendario delle sessioni di Ginevra, per quello che abbiamo potuto capire, è il seguente:

Prima parte: 25 gennaio – 1 aprile 2016

Seconda parte: 16 maggio – 1 luglio 2016

Terza parte: 2 agosto – 16 settembre 2016

Possiamo affermare con fondati presupposti che il bando delle armi nucleari è ormai un tema all’ordine del giorno, fa parte dell’agenda "calda" dei negoziati internazionali, potrebbe essere a portata di mano: il nostro approccio culturale sul "diritto al disarmo nucleare" (perché non si può mettere a rischio la sopravvivenza dell'umanità) può, crediamo, contribuire a che la pressione per la proibizione, e l'eliminazione, degli ordigni nucleari, da parte di ICAN, WILPF, di IPPNW, IALANA e di altre organizzazioni della società civile internazionale, risulti più chiara, decisa ed efficace.

E' un disarmo che abbiamo non solo da "richiedere" ma propriamente da "rivendicare" (ESIGERE!), tanto più se siamo riusciti a togliere culturalmente, con una presa d'atto di buon senso dei veri pericoli che corriamo, e con una individuazione del soggetto reale (l'Umanità) cui va riconosciuta la sovranità globale, ogni tipo di giustificazione, anche temporanea (vedi TNP), alla tragica illusione della "deterrenza".

Ci conforta, in questo senso, la buona notizia del voto del Parlamento dell’Ecuador, che il 15 dicembre 2015, con la consulenza dell’ICAN, ha approvato l’orientamento per la messa al bando delle armi nucleari auspicando, nella sua mozione, che "il gruppo di lavoro aperto (per il disarmo di Ginevra -ndr) giunga a conclusioni che portino ad aprire negoziati su un trattato per la proibizione ed eliminazione delle armi nucleari".

L’America Latina, dobbiamo prenderne atto, è proprio all’avanguardia degli sforzi mondiali per arrivare a un trattato di proibizione delle armi nucleari: ma noi siamo qui a spingere perché anche dalla "vecchia" Europa, ed in particolare dall’Italia, l’anno che verrà porti con sé la decisione di andare avanti con passi da gigante verso il Trattato che – non è retorica sostenerlo! - impedirà all’Umanità di suicidarsi. Buon Anno 2016, verso il disarmo nucleare subito, a tutte e tutti noi!

 

 

GENTILI DEPUTATE E DEPUTATI, SENATRICI E SENATORI   LETTERA APERTA  18 APRILE 2016

L'Italia si schieri con il fronte antinucleare a Ginevra (OEWG dell'ONU) e coerentemente rimuova tutte le armi nucleari dal proprio territorio  

L’Italia si prepara ad accogliere nelle basi di Ghedi ed Aviano le nuove, costose bombe atomiche statunitensi B-61-12, per quello che se ne sa una 70ina, in sostituzione delle attuali B-61, bombe che saranno montate sui caccia-bombardieri F35 in via di acquisizione. Esse, teleguidate e non semplicemente a gravità, hanno capacità anti-bunker che abbassano la soglia dell’uso nucleare, cioè sono adatte ai piani NATO per il cosiddetto “first-use”, dottrina mai abbandonata contro il “nemico russo” di sempre, applicazione del concetto strategico di “guerra nucleare limitata”. Allo stesso modo gli F-35 erediteranno le funzioni che attualmente assolvono i Tornado nella “condivisione nucleare NATO”, che coinvolge anche Germania, Belgio, Olanda e Turchia. Né va ignorato il via-vai mediterraneo di navi e sommergibili USA, che possono – “non confermate né smentite”, secondo la formula ufficiale -trasportare armi nucleari, negli 11 porti italiani ufficialmente “nucleari”. Mentre nel mondo gli Stati non nucleari a Ginevra, con l’Open Ended Working Group dell’ONU (la seconda sessione si concluderà il 13 maggio pv), forzando la “gabbia” del Trattato di Non Proliferazione, pongono finalmente sul tappeto delle decisioni internazionali urgenti un Trattato per l’interdizione delle armi nucleari, AUSPICHIAMO che l’Italia, Paese dalla Costituzione identitariamente “pacifista”, contribuisca da subito al disarmo nucleare mondiale. Questo significa impegnare il nostro governo: 1)  a sganciarsi dalla subalternità nei confronti delle potenze nucleari e a schierarsi con gli Stati – già la maggioranza dei membri ONU!- che hanno sottoscritto l’Impegno Umanitario e che hanno, per così dire, su proposta del Messico, “strappato” l’OEWG all’ultima Assemblea generale (dicembre 2015); 2)  a rimuovere unilateralmente dal nostro territorio, quale primo passo nella direzione giusta della denuclearizzazione generale e globale, qualsiasi arma nucleare e a non consentirne su di esso il trasporto o qualsiasi altra attività connessa. E', tra l'altro, quanto a suo tempo chiese la proposta di legge di iniziativa popolare n.172 del 26.7.2007  "Per un futuro senza atomiche" che raccolse più di 67.000 firme e fu consegnata alla presidenza della Camera il 27 marzo 2008 (finendo poi per giacere nei cassetti).     Dobbiamo comprendere che qualsiasi forza di dissuasione è in realtà una illusione mortale (suicidaria!), dato che la guerra nucleare può essere scatenata persino "per incidente, per caso o per errore"; e che possedere ed ospitare armi nucleari costituisce oggi un fattore potente di riarmo e di proliferazione. Secondo gli scienziati atomici non abbiamo tempo da perdere, ci troviamo oggi a 3 minuti dalla Mezzanotte nucleare, e dobbiamo essere consapevoli che siamo – tutta l’Umanità – per la quale il disarmo nucleare deve diventare un “diritto” – sulla stessa barca! Il parlamento italiano – è la richiesta che vi rivolgiamo – deve discutere ed emanare – in vista della sessione di maggio a Ginevra - degli atti di indirizzo in questo senso per il governo e la sua diplomazia più univocamente espliciti di quelli finora approvati. La stessa UE, che ha a capo della PESC Federica Mogherini, deve essere investita della problematica antinucleare senza mezzi termini, anche perché è dovere di tutti gli italiani ad ogni livello dare esecuzione in tutte le sedi al voto popolare contro il rischio “atomico”, espressosi nel referendum del giugno 2011.  

I nostri auguri di buon lavoro,  

ALEX ZANOTELLI – Alfonso Navarra – Antonia Sani – Luigi Mosca – Giovanna Pagani – Ennio La Malfa – Giuseppe Bruzzone – Laura Tussi – Fabrizio Cracolici – Mario Agostinelli –  28 aprile 2016   Altre firme su: www.petizioni24.com/esigiamo   Per info da parte dei "DISARMISTI ESIGENTI": ALEX ZANOTELLI Alfonso Navarra cell. 340-0878893           Email alfiononuke@gmail.com Antonia Sani- WILPF-Italia- cell. 349-7865685       Email antonia.sani@alice.it