CASE POPOLARI_RAVENNATI DISCRIMINATI

Le case popolari servono, anzi servirebbero, per aiutare chi davvero non c'è la fa, chi non ha neppure la capacità di indebitarsi per il più modesto degli appartamenti. A Ravenna, l'ordinaria amministrazione racconta di tempi biblici, di infinite attese e spesso di speranze deluse.

I nostri connazionali, ordinariamente, all'aggiornamento della lista si vedono retrocedere nella graduatoria perché sorpassati da tanti immigrati. L'emergenza esiste e bisogna intervenire per arginare tale fenomeno che colpisce numerosi cittadini di Ravenna.

Bisogna porre un freno a questo sistema che allo stato è in grado di garantire una assistenza solo a chi sopraggiunge da altre nazioni, pur non avendo mai reso un contributo al sistema socio-economico-assistenziale; anzi, paradossalmente il sistema premia proprio queste persone.

Oggi più di ieri, i nostri connazionali vengono posti in una condizione di concreto svantaggio nei criteri di assegnazione; il meccanismo trascura completamente il contributo da essi reso nel corso degli anni pagando le tasse, i contributi previdenziali e assistenziali.

In un batter d'occhio tutto questo si vanifica a vantaggio dei nuovi immigrati.

La lacuna di questo meccanismo è nota a tutti ed inevitabilmente l'Italia diventa attrazione per i popoli di quei paesi dove l'economia e il sistema di vita è meno sviluppato.

È necessario rivedere urgentemente le procedure di assegnazione degli alloggi popolari e, se c'è bisogno, si proceda alla creazione di due liste; l'una riservata agli stranieri e una riservata agli italiani affinché il numero di case assegnate sia uguale per ciascuna lista.

Questo metodo appare più democratico perché non si dimentica di nessuno, ed è espressione esplicativa di un modello di integrazione che ripudia meccanismi di preferenza per l'uno o l'altro gruppo e vuole distribuire "i pani" in modo più equilibrato.

Sono per l'integrazione, ma questa non si può realizzare con una potenziale discriminazione nei confronti di cittadini Ravenna.

Il sistema di costruzione delle graduatorie ha bisogno di essere reso più equo, ecco la proposta delle due liste di assegnazione. Non sono razzista, non lo sono mai stato e non lo sarò. Non sono nemmeno perbenista né figlio di un buonismo di sinistra cieco della realtà. Serve una norma che difenda la nostra gente da chi, si dice, porta ricchezza ma invece rappresenta un costo.