Salviamo il centro storico di Naso
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corradini |
#1 progetto esecutivo2016-04-26 19:28Proporre un progetto esecutivo per salvare il centro storico di Naso è sicuramente un ottima base di partenza per migliorare la situazione venutasi a creare. Dopo anni di abbandono e trascuratezza, la popolazione che ha "negato" la propria voce, come se non parlare della malattia facesse guarire il malato, sembra essersi ravveduta e comincia a puntare timidamente il dito, nonostante la situazione sia ormai diventata drammatica anche agli occhi dei più sprovveduti. Ad essere colpiti, oltre al valore affettivo, storico e culturale non è solo il patrimonio pubblico e privato "direttamente interssato" dal fenomeno franoso, ma anche quello dei cittadini più distanti dal "corpo di frana" che vedono decadere in maniera devastante il valore delle proprie abitazioni, a causa di un deprezzmento fisiologico, legato all'abbandono, all'incertezza e alla perdita di definizione di tutto il contesto. Chi pensa che un intervento tecnico unitario possa restituire stabilità a quei luoghi disastrati, deve fare i conti con la concreta possibilità che una soluzione, quand'anche fosse possibile, condurrà alla perdita di quelle costruzioni ormai instabili che insistono sul corpo di frana e disegnano la skyline del paese. Una cicatrice, che a futura memoria, testimonierà il disimpegno miope e gretto legato ad atteggiamenti ideologici autolesionistici che hanno buttato l'acqua con tutto il bambino. Sappiate che prima di costruire soluzioni efficaci occorrerebbe levare e demolire quei muri demenziali progettati da un noto assessore regionale, che con i loro marci e sottodimensionati tiranti stanno dilaniando le calcareniti fessurate dove sono miseramente ancorati e senza che possano, minimamente, contrastare la rototraslazione del blocco di estremità che ormai distaccato slitta, inclinandosi verso valle. Questo significa che occorre essere pronti a vedere ridisegnato tutto il versante, in maniera completamente diversa da come lo conosciamo, com modificazioni "importanti" della nuova viabilità e l'assetto urbanistico. Il corpo di frana: enorme, presenta diverse criticità che imporranno di procedere per lotti funzionali partendo dal fondovalle (trattasi di paleofrana) e le soluzioni "parziali" saranno da ritrovare e valutare nel lungo periodo. Sappiate che la stabilizzzione di tutto il versante potrebbe richiedere numerosi interventi spalmati in decenni. e che i costi saranno enormi e nel complesso occorreranno decine di milioni di euro. Il gioco vale la candela? affettivamente si, economicamente è tutto da dimostrare. Prima di imbarcarsi in soluzioni arruffate legate più al baget misero, eventualmente disponibile, sarebbe meglio spendere qualche milione in indagini geognostiche, senza le quali ogni progetto diventa chiromanzia. Credo esista una soluzione di fanta-ingegneria che potrei proporre, ma ci vuole coraggio, voglia di sperimentare e tanti soldini. Se si fosse intervenuto 6 anni fa a quest'ora potremmo avere almeno le idee chiare di dove si sta andando a parare. Auguro un profiquo dibattito e .... auguri. Comunque non crediate che chiedere a Tizio di far realizzare un progetto esecutivo, assemblato da Caio sia la soluzione finale, ma solo la base di partenza (e sempre dopo lo studio geologico preliminare e puntuale del fenomeno) per chiedere i soldi (e TUTTI quelli che ci vogliono) per ogni lotto funzionale in cui l'intervento andrà diviso, secondo una programmazione pluriennale, che possa consentire avostri bisnipoti di perdonare il vostro disimpegno. |
Ospite |
#22016-04-26 19:55Anche se.non sono nato lì, ma a Palermo, Naso è il mio paese, da generazioni. Sono cresciuto ed ho vissuto fino ai 9 anni, poi trasferitomi a Messina. Ogni occasione era buona per.ritornare, li c'erano i miei parenti, i miei amici, i miei luoghi d'infanzia, insomma la.mia.vita. Vorrei.che.Naso ritornasse allo splendore di un tempo, a prescindere da qualsiasi partito politico lo amministra. |
Mauro Caliò Ospite |
#32016-04-27 13:25Sig. Corrradini, intanto desidero ringraziarla per il commento, appropriato, chiaro ed esaudiente. Noto con piacere che oltre me ancora vi e' qualcuno legato alle proprie radici. Tengo a precisare a lei ed a tutti i lettori che questa petizione non è legata assolutissimamente ad alcuna appartenenza o simpatia di alcun partito politico, Non voglio " puntare timidamente il dito" verso nessuno in quanto non sono in condizione di giudicare l'operato altrui. Nasce solo dalla volontà di far conoscere a tutti l' attuale stato in cui versa il nostro paese nella speranza che qualcuno o qualcosa possa far cambiare cio'. Dal commento che ho letto ne riporto uno spezzone al fine di chiederle maggiori delucidazioni del caso, circa la skyline. "Chi pensa che un intervento tecnico unitario possa restituire stabilità a quei luoghi disastrati, deve fare i conti con la concreta possibilità che una soluzione, quand'anche fosse possibile, condurrà alla perdita di quelle costruzioni ormai instabili che insistono sul corpo di frana e disegnano la skyline del paese. " Essendo proprietario di un immobile sito in via Matteotti mi viene da chiederle:Corrono il rischio anche le case ubicate al di sotto della scuola elementare definita " zona ferma" in quanto a seguito della ristrutturazione dell' edificio scolastico sono stati effettuati delle opere di palificazioni oltre ad essere una zona non interessata (almeno per il momento) dal rischio? |
Maria Rita |
#42016-04-27 18:09Concordo in toto con quanto, esaustivamente, ha eminentemente enucleato il Sig. Corradini finanche in relazione alla totale ignavia che per troppo tempo ha caratterizzato autorità preposte locali e cittadinanza, entrambi nicchiando appassionatamente ed irresponsabilmente. Inoltre,l'inettitudine politica, unitamente all'incompetenza tecnica hanno determinato il resto. |
Marcello Ospite |
#5 Naso - Degrado e abbandono2016-04-27 18:36Ho avuto l'onore di conoscere la città di Naso tanti anni orsono, apprezzandone le caratteristiche architettoniche, urbane e storiche, culturali, anche sotto il profilo antropologico. Inoltre, la gioiosita'e ospitalità dei cittadini nasitani fanno da cornice. Lo stato di totale ed inesorabile abbandono dell'intero territorio, oltre a determinare sdegno e mestizia, è assolutamente inconcepibile, stigmatizzabile quasi una colpevole resa all'evento che segnerebbe la fine identitaria di un popolo in quanto rassegnato passivamente allo spopolamento e scomparsa del proprio paese natio, stante il degrado inarrestabile. |
Ospite |
#62016-04-28 09:15Ho fatto questa petizio e perche sono Sa'conese e notro santo tanto amato e all'origina del aiuto del nostro paese nel tempo fi fama. Viva Dio e santu Conu |
Ospite |
#7 Re:2016-04-28 13:05Egregio Sig. Calio' rispondere alla sua domanda in maniera puntuale comporta la necessità di formulare alcune argomentazioni tecniche, noiose ma indispensabili. Cominciamo col dire che la località di cui Lei mi ha chiesto ricade in piena zona "R4", nel disegno qui accanto è la zona colorata in rosso (quella più grande) che come vede è più estesa dell'intero paese. La "ZONA R4" è un luogo dove il rischio è massimo e attuale, le posterò poi la carta del rischio. Se lei ha familiarità con l'interpretazione delle carte, avrà certamente notato che la scuola e le palificazioni di cui parla ricadono, in pieno, all'interno della suddetta zona, per cui sono presenti tutte le criticità del caso. Da un punto di vista obiettivo, occorre precisare che il "grado di attivazione" del movimento franoso non è omogeneeo, per cui si riscontrano zone per cosi' dire "piu' calde" rispetto ad altre, tuttavia trattandosi di "paleofrane" possono aversi periodi di quiescenza, anche lunghi nel tempo e lente o improvvise accelerazioni, a seguito di riassestamento degli equilibri interni parziali e ridistribuzionie delle tensioni afferenti a d un nuovo stato di equilibrio generale. In altre parole queste frane possono attivarsi a "scatti", fermarsi apparentemente anche per secoli e poi riprendere. In questo momento siamo in una fase attiva che riguarda prevalentemente la zona più "alta" di tutto il dissesto. Per sincerarsene basta osservare la seconda carta riportata di seguito:
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Ospite |
#8 Re: Re:2016-04-28 13:07in questa seconda immagine Lei potrà notare una zona colorata in rosso, nella parte superiore destra, dove ricade la scuola e la palificata. Il rosso indica livello di rischio massimo "R4" e nel contempo il colore grigio ( da intendersi esteso anche "sotto il colore rosso") indica una pericolosità massima, indicata di livello "P4" . si osservi come tutto il tratto denominato "Castello, la strada ss116, l'albergo Miravalle, l'Ospedale dei Bianchi, il Circolo , la Casa Comunale, la Scuola, la piazza, fino a lambire la casa del fascio , la posta, il teatro e l'intero qartiere "Spirito Santo" siano immersi in piena zona R4-P4. Veniamo adesso allo specifico della sua domanda e precisamente a quella che Lei chiama "zona ferma". Come sapra' , recentemente sono stati eseguiti dei lavori che chiamerò genericamente di "riqualificazione" della scuola suddetta. Se l'edificio fosse stato un edificio privato le stringenti normative che incombono nelle "zone R4" avrebbero inibito in maniera perentoria il rilascio di qualsiasi autorizzazione e/o permesso. Nel caso di opere pubbliche è consentito derogare solo a patto che si operino delle migliorie con interventi di consolidamento. Nella fattispecie eseguiti i lavori in elevazione, per poter "difendere" quello che a me appare indifendibile si sono eseguiti in un secondo tempo ( con evidente inversione degli atti tecnici) dei lavori di palificazione, come da lei giustamente accennato. Non mi pronuncio sul fatto specifico, perchè dovrei poi innescare una polemica che in questo momento non intendo sostenere, quello che qui voglio evidenziarle è che quel tipo d'intervento geotecnico è sulla base della mia esperienza sul campo e nello specifico, a mio giudizio, del tuttto inconsistente e le spiego perchè. Premesso che per motivi professionali mi è capitato di occuparmi di queste tipolgie di interventi sul lotto autostradalle 27 ter Torremuzza, svincolo di S. Stefano di Camastra, per aver io calcolato e dimensionato tutte le opere d'arte di quel tratto per INC general contractor su progetti tecnital ANAS , posso affermare senza tema di smentita che palificazioni totalmente infisse, con pali ad estremo libero e trave di coronamento non tirantata, risultano completamente inefficaci ai fini della stabilizzazione di un versante di tale potenza, qualunque sia la stratigrafia presente. Piu in dettaglio posso affermare per aver materialmente condotto numerosi calcoli, che nel caso in cui i pali "lavorino" a flessione, già con alunghezze inferiori ad 8 metri occorre per la verifica, anche in condizioni di spinta favorevoli, diametri dei pali di almeno un metro e venti. I pali in questione, messi in opera in quel posto, sono troppo snelli per farli lavorare a flessione e a nulla giova il cordolo di coronamento, se non ancorato a tiranti che assorbano il "comportamento a mensola". Ancora peggio se si fosse voluto far lavorare i pali a sforzo di taglio, cioè usarli come "chiodi atti ad evitare lo scivolamento del cuneo di frana lungo il piano di faglia; in quanto, ancora una volta la paratia sarebbe tranciata per evidentissima insufficienza della sezione resistente (pali smilzi) e altro ...; oltretutto questo tipo di cinematismo è del tutto improbabile, in base ai segnali rinvenibili sul posto. Nemmeno l'impiego del cordolo impiegato a presidio dello scivolamento di base del muro a gravità soprastante, sarebbe efficace, in quanto il collasso del muro a gravità (così alto) avverrebbe per fuoriuscita del centro di pressione dal nocciolo d'inerzia della sezione, ben prima dell'attivazione del cinematismo stesso, basti ricordare che il muro a gravità (in pietrame) soprastante, non essendo armato non ha nepssuna posssibilità di resistere a sforzi di trazione a lui complanari. In altre parole quel muro resta all'impiedi non perchè fa il "suo lavoro ed è fatto bene" , ma semplicemente perchè scarico, cioè la massa di terreno al suo intradosso è estremamente coerente e stabile (calcarenite compatta) e quindi non spinge. in ultimo la palificata quale struttura isolata e infissa nel corpo di frana, se ne va a spasso trasportata dalla stessa frana. Tutto questo per dirLe, che trattasi a mia opinione di un intervento che non migliora la stabilità del pendio, ha messo a rischio di attivazione la frana in quel posto ( in zona R4 è propibilto scavare e smuovere il terreno per non comprometterne l'equilibrio, a meno che non si sappia precisamente cosa si stia facendo) e la presenza di fessure nella parte superiore della ss 116 che prima non c'erano fa venire il dubbio che l'attivazione sia veramente stata provocata. A questo punto Lei avrà già capito il perchè siano stati realizzati quei pali e io mi fermo qua, pronto a disquisire con qualsiasi professorone si voglia fare avanti. Non mi risulta che l'opera sia mai stata collaudata, ma può darsi che si, provi a farsi dare le carte. Per chiudere il quadro l'ultima cosa che mi preme di far notare è che siccome gli spostamenti sono massimi al piede, quando in testa si nota una fessura di un centimetro a qulche decina di metri di profondità la fessura puo' essere di mezzo metro o più, quindi non c'è da stare sereni. Cosa occorre fare. costruire dei capisaldi e con una stazrione GPS misurare ogni settimana gli spostamenti in modo da disegnare il campo vettoriale Euleriano. ci vogliono una decina di migliaia di euro e lo studio dei sei anni persi a negare la frana. L'omino che taglia i tiranti passasse a fare le stazioni e raccogliere i risultati. Continua... Cordiali saluti
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Ospite |
#92016-04-29 14:47era il paese di mia nonna, ho passato a Naso estati di quando ero bambino, poi ragazzino, poi adolescente e ho tanti bei ricordi |
Ospite |
#102016-04-30 09:51Incuria, scarsa volontà risolutrice, incompetenza, ignavia di tutti, in primis dei medesimi dimoranti cittadini ... sono alcuni degli ingredienti che hanno accompagnato, nel tempo, il processo deleterio geologico del territorio di Naso, parallelo allo spopolamento e abbandono, oggetto di attenzione. |
Mauro Caliò |
#112016-05-01 15:55Un altro passo avanti e ' stato fatto.. Uno dei tanti . |
Ospite |
#12 Re:2016-05-01 18:47Purtroppo non riesco a leggere caratteri cosi' piccoli, spero solo non si tratti delle solite manfrine declinate dalle solite palle di ghiaccio narcotiche. Non mollate La frana non mollerà'. |
Ospite |
#132016-05-02 19:57Non si può avere futuro senza passato e c è un solo posto dove puoi tornare e dove sta il tuo cuore dove stanno le tue radici e ciò che ha fatto quello che sei |
Ospite |
#162016-05-03 06:59Due miei cari amici sono originari di Naso. Per anni socia del FAI e da sempre estimatrice del paesaggio italiano. |
Mauro Caliò |
#17 Re:2016-05-03 07:07Buongiorno , grazie della visita e del commento. Avrebbe qualche contatto da passarmi per quanto riguarda il FAI? Grazie |
Ospite |
#182016-05-03 11:50Ho vissuto 1 anno a Naso x lavoro dove mi sono trovata bene e poco benissimo un paese tranquillo dove ci vivrei benissimo chiedo solo di fare qualcosa x farlo riemergere nn mangiatevi i soldi . |
rosetta |
#21 Re: progetto esecutivo2016-05-04 14:47#1: corradini - progetto esecutivo Naso è il paese di nascita di mia suocera e di mio marito, l'ho conosciuto nel lontano 1974 e me ne sono subito innamorata. Dalla terrazza della casa natia di mio marito si ammirano le meravigliose Eolie e l'azzurro Tirreno, lì abbiamo trascorso numerose vacanze e i miei figli ci tornavano sempre molto volentieri, io ho sempre detto che mio marito è nato in uno dei posti più belli del mondo, perciò è doveroso SALVARLO. |
Ospite |
#22 Re: Re: progetto esecutivo2016-05-04 16:15#21: rosetta - Re: progetto esecutivo Sono sorpreso dal numero di adesioni che l'iniziativa del sig. Simone Casella ha raggiunto. Credo che il centro storico di Naso si conserverà per la gioia delle future generazioni, se tutti voi continuerete a mantenere viva l'attenzione che state dimostrando, oltre le dinamiche locali, esigendo le cure che merita. |
Ospite |
#25 comunicato stampa2016-05-10 18:00visto? tutto risolto?
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