Difendiamo L'alpinismo Giovanile

Ciao a tutti,
da alcuni scritti e da colloqui personali, mi pare di capire che il documento redatto e votato da noi a Parma, non abbia fotografato al meglio lo stato d’animo degli Accompagnatori dell’AG; cioè della base.
Mi trovo d’accordo !
In questo Atto si sottolineano le diverse contraddizioni e si chiedono chiarimenti sul significato
applicativo di alcune parole dell’Atto di Indirizzo. Ma si sottace, per esempio, su ciò che può succedere quando qualcuno stilerà il programma 2019; redatto poi da chi? Gli Istruttori di Alpinismo.
Per questo motivo, provo a scrivere una bozza da condividere con tutti gli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile, una bozza che non vuole assolutamente essere alternativa a quello approvato a Parma ma, un ulteriore supporto (al lavoro che stanno portando avanti gli OTTO) a quella che è la nostra idea (spero!): l’AG deve continuare a vivere! Cioè che i nostri ragazzi siano accompagnati in montagna da professionisti che per diventare tali sono stati formati con gli anni, che sono frequentatori della montagna ma, soprattutto hanno vissuto l’ambiente insieme al protagonista del Progetto Educativo; condividendo con Lui progetti, speranze, calandosi nella parte di educatore, confidente, e amico nei nostri giochi.
Credo che noi tutti abbiamo dato; ma altrettanto abbiamo avuto dai nostri ragazzi e mi/ci
parrebbe di tradirli se non provassimo a fare qualcosa per difendere quello che siamo Noi per Loro e Loro per Noi.
Qualcuno obietterà:”….ma i ragazzi continueranno ad andare in montagna !”.
Sì, rispondiamo Noi, certamente; in modo diverso però, e con professionisti la cui specificità è differente. Penso questo: quando abbiamo problemi fisici come ad esempio cardiaci, andiamo dal cardiologo o dal dentista a farci visitare? Nonostante la laurea che li accomuna la loro preparazione è mirata al loro settore di competenza; come gli avvocati sono specializzati per l’ambita penale o civile. Ecco, gli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile sono specializzati all’accompagnamento dei giovani in montagna.
Quindi….l’idea è questa: una volta condivisa, aggiornata con tutti Voi, questa bozza di
documento , la presenteremo all’Assemblea di novembre.
Infine: per quanto mi riguarda, io continuerò ad andare in montagna continuando a
frequentarla con i nostri ragazzi e con le modalità da convenire con la Sezione Cai di
appartenenza e certamente non con il logo AG appiccicato da qualsiasi parte (non c’era
bisogno che la Commissione Centrale di Alpinismo Giovanile scrivesse una cosa così puerile e
banale).

 

 

PREMESSO

Che il ruolo e la specificità dell’Accompagnatore di Alpinismo Giovanile nello svolgimento
della sua funzione, sia tecnica che pedagogica in ambiente alpinistico, debbano essere
continuamente conservati, migliorati e valorizzati attraverso piani di formazione progettati e sviluppati dalla SCAG, aggiornati in funzione delle sempre nuove tecniche di
accompagnamento del Giovane nelle varie fasi di crescita tecnica e umana.

CONSIDERATO CHE

  • Il Progetto Educativo riveste importanza strategica per lo svolgimento dell’attività
    dell’Alpinismo Giovanile;
  • Non si ricordano incidenti in montagna in cui sono stati coinvolti gruppi di
    Alpinismo Giovanile;
  • Le competenze pedagogiche, tecniche e organizzative maturate negli anni dall’AG sono
    un patrimonio importante per lo sviluppo delle politiche giovanili del Sodalizio,
    come peraltro sottolineato nella Relazione previsionale e programmatica 2018
  • Occorre preservare le iscrizioni al Sodalizio, come dimostrato dall’intervista 2017
    commissionata dallo stesso CAI centrale in cui si evidenzia come queste siano in
    crescita in quelle Sezioni laddove esiste una Scuola di Alpinismo Giovanile;

RITENENDO CHE

  • Il ruolo dell’Accompagnatore di Alpinismo Giovanile nel trasferire ai ragazzi,
    attraverso la didattica e la proprietà di linguaggio adeguati alle fasi evolutive, la cultura della montagna sia unico e, generalmente, non sviluppato nei percorsi formativi degli altri titolati o dei professionisti.

IN CONCLUSIONE

Consideriamo offensivo e ingiusto il ruolo in cui l’Atto di Indirizzo n.2 del 27.02.2018 (disponibile a questo link) relega la nostra “professionalità volontaria”; chiediamo quindi con forza la correzione dei passi in cui il percorso formativo qualificato degli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile viene di fatto rinnegato.

In attesa che tale situazione venga risolta, siamo pronti a bloccare le nostre attività
future e congelare la titolarità di Accompagnatore.


Angelo Della Rovere    Contatta l'autore della petizione