Firma contro la chiusura del Museo d'Arte Contemporanea Riso


Ospite

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2012-01-13 15:34

...Da ragazza scavalcavo il muro perché nell'abbandono di questa città c'era chi la studiava, ne rilevava motivi, fregi e fronti. A quel tempo non c'erano i misuratori laser che lanciano da parte a parte e la misura è bella e fatta. C'era solo la matita e un calepino. Capitò a me, nella lista dei manufatti di Palermo, il rilievo di un certo palazzo denominato " Ventimiglia di Belmonte o Pandolfina o Riso". Da studentessa motivata e ingenua mi domandai: dov'é? Mai pensavo di trovare una foresta tropicale. Spostando foglie, arbusti e rami avviluppati ai muri c'erano macerie grandi come orchi. Statue bellissime a passeggio con ragni. Da quel giorno ero Indiana Jones. Non fui io a dirlo. Venne fuori dalla risposta di un ragazzo nell'aula magna, a lezione; impaurito da un palazzo circondato da cani chiamati mannara. Così scarponi da montagna e doppio calzettone. Zainetto e jeans a zampa d'elefante ero tuffata nello sgarrupato capoluogo di provincia, alla scoperta di Palermo e del suo palazzo Riso con il collega Salvatore T. di Girgenti; amico esperto di tombaroli e della Valle che diceva: arridiri mi veni. Dopo, in bilico tra un buco di muro e una trincea di rami, gli lanciavo lo zainetto dall'altra parte. Lui mi passava la mano. Io facevo il salto a coniglio, dimostrando a lui che di paura non ne avevo affatto. Questo, mi rincuorava parecchio. Ma da ragazza non pensavo che di segreti questa città ne custodisse molti come se volesse nascondere per sempre la sua Storia. La storia anche di questo palazzo - costruito sul Cassaro, di fronte alla Piazza Bologni, nel 1784 dall'architetto Vincenzo Marvuglia - visto, e adesso trasformato a luogo d'arte; che non vorrei sospeso a destino incerto.