ECOCIDIO E CONFLITTO GLOBALE: SALVARE L’UMANITÀ, PROTEGGERE LA BIODIVERSITÀ, DIFENDERE IL

 

ECOCIDIO E CONFLITTO GLOBALE: SALVARE L’UMANITÀ, PROTEGGERE LA BIODIVERSITÀ, DIFENDERE IL FUTURO DEL PIANETA

Appello del gruppo di lavoro Biodiversità del CNR contro le guerre, il riarmo, le devastazioni e i genocidi. In difesa della pace, della biodiversità e del futuro del Pianeta.

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Come ricercatrici e ricercatori del CNR che si occupano di studiare la Biodiversità in ogni sua forma e declinazione,  

come membri di una vasta comunità scientifica internazionale, impegnata nello sviluppo del sapere e nella promozione del benessere ambientale e sociale,  

come singoli cittadini e cittadine,

come esseri umani,

e come rappresentanti di una specie che costituisce una parte integrante della biosfera e che da essa dipende per la sua stessa sopravvivenza,

non possiamo non esprimere la nostra profonda preoccupazione e il nostro sdegno per la drammatica situazione nella Striscia di Gaza, frutto di un’azione conclamata di genocidio della popolazione palestinese. 

Esprimiamo altresì la nostra più profonda preoccupazione per l’inasprimento del conflitto alimentata dai recenti interventi militari di Israele e degli Stati Uniti in Iran, in palese violazione del diritto e degli accordi internazionali vigenti.

Siamo profondamente preoccupati per l’attuale deriva verso politiche di riarmo presentate come necessarie per la sicurezza europea e vantaggiose dal punto di vista economico.

In quanto scienziati esperti di biodiversità e conservazione della natura, oltre a ripudiare la guerra in ogni sua forma e declinazione, come già sancito dall’Articolo 11 della Costituzione Italiana,

osserviamo che:

in un momento storico di crescenti ingiustizie, in cui 6 dei 9 limiti planetari sono già stati ampiamente superati - dalla crisi climatica, dalle modificazioni dell’uso del suolo, dall’inquinamento agricolo e chimico, dalle alterazioni del ciclo dell’acqua dolce ed infine dalla perdita di biodiversità - le guerre contribuiscono ad accelerare il percorso verso un pianeta sempre meno ospitale per la specie umana e per la vita nel suo complesso. Proprio quando la Terra avrebbe più che mai bisogno di cura, cooperazione e strategie condivise per ricondurre rapidamente la pressione esercitata dalle attività antropiche all’interno dei limiti della sostenibilità, l’umanità si ritrova frammentata e ostaggio di conflitti. Queste tensioni aggravano una crisi ecologica e sociale senza precedenti, sottraendo risorse, energie e volontà politica alle azioni necessarie per invertire la rotta. In particolare:

  • i conflitti in atto stanno di fatto cancellando o rimandando di decenni i percorsi di ricerca e le azioni per la protezione e il ripristino dei sistemi naturali, realizzabili soltanto in un mondo di pace;
  • la guerra normalizza l’uso della forza e della devastazione, rendendo secondari i valori di tutela della vita sul pianeta e la coesistenza armonica della nostra specie con la natura che la sostiene;
  • in contesti bellici, le nuove priorità relegano l’ambiente e la vita stessa a un bene sacrificabile o strumentale;
  • i conflitti ostacolano la partecipazione a reti internazionali e la cooperazione scientifica; 
  • la cultura della guerra legittima lo sfruttamento e la distruzione come mezzi per raggiungere obiettivi di dominio e potere distruggendo i valori di responsabilità condivisa e la visione a lungo termine necessari per affrontare quella che il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) definisce come triplice crisi planetaria: perdita della biodiversità, cambiamento climatico e inquinamento; 
  • le risorse economiche vengono dirottate verso la spesa militare, a discapito dei programmi di transizione ecologica, tutela e ripristino dei sistemi naturali, mitigazione e adattamento al cambiamento climatico; 
  • gli impegni internazionali per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) vengono compromessi, sospesi o ignorati. 

Per questo, come scienziati ed esperti di biodiversità, sentiamo il dovere di aggiungere la nostra voce a sostegno della popolazione palestinese, contro l’aggressione militare in Iran, contro ogni altra guerra e sopruso, richiamando l’attenzione anche sulla sicurezza ambientale: un presupposto imprescindibile per la stabilità, già gravemente compromessa, del nostro pianeta. Cessare i conflitti in corso è un atto di responsabilità non solo verso l’umanità, ma verso tutte le forme di vita che condividono con noi questa Terra. Senza pace, non c’è futuro possibile.  

Sulla base di queste premesse e nel segno di una doverosa rottura di ogni silenzio:

  • ci uniamo alla richiesta di sospensione cautelare delle collaborazioni scientifiche e tecnologiche con le istituzioni accademiche e di ricerca israeliane, avanzata nei giorni scorsi da alcuni colleghi del CNR attraverso una lettera aperta, e all’appello già sottoscritto da circa 3.000 accademici italiani; tale posizione nasce alla luce del coinvolgimento sistemico del mondo universitario e della ricerca israeliana nelle politiche di occupazione e nelle gravi violazioni dei diritti umani del popolo palestinese;
  • ci uniamo alla presa di posizione di centinaia di ricercatori del CNR, che si sono dichiarati apertamente indisponibili a collaborazioni al servizio della guerra
  • ci uniamo all sempre più numerose prese di posizione di cittadini, scienziati, associazioni, istituzioni e governi a sostegno della popolazione palestinese, contro l’aggressione militare all’Iran, contro ogni guerra, alla richiesta di cessare il fuoco e di riprendere i negoziati per una soluzione giusta e duratura, basata sul diritto internazionale e sulle risoluzioni delle Nazioni Unite;
  • esprimiamo la nostra piena solidarietà a tutte le vittime innocenti del conflitto e di tutti i conflitti e ci uniamo all’appello congiunto delle Nazioni Unite, alle innumerevoli risoluzioni approvate dall’Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale contro i crimini di guerra come quelli commessi dal governo di Israele sulla popolazione palestinese;

lo facciamo ricordando che la tutela della vita umana e della biodiversità sono inseparabili e che ogni violazione dei diritti, in qualsiasi parte del mondo, lascia ferite profonde anche nei territori e nei relativi ecosistemi.

lo facciamo ricordando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 che afferma i diritti e le libertà fondamentali di tutti i nostri simili.

lo facciamo aggrappandoci ad ogni brandello di giustizia sociale e umana sancita dal diritto internazionale e dal patto civile su cui si fonda la stessa costituzione della Repubblica Italiana.

lo facciamo perché rimanere in silenzio equivale a essere complici di un’atrocità che si consuma sotto gli occhi di tutti.

lo facciamo perché nessuno, un giorno, potrà dire: “Io non lo sapevo”. 

lo facciamo con la consapevolezza che le guerre aggravano, se non pregiudicano, la nostra capacità di intervenire urgentemente per scongiurare i peggiori scenari delineati dalla comunità scientifica internazionale e alimentano l’ecocidio globale di ecosistemi e specie viventi. 

Per questi motivi, e per le nostre responsabilità civili ed etiche, ci impegniamo ad agire nell’ambito dei nostri legittimi spazi di azione personale e professionale per: 

  • adoperarci in tutte le forme possibili e opportune per l’immediata cessazione dei conflitti, per il ristabilirsi del diritto internazionale, contribuendo a esercitare una pressione mediatica e civile sugli attuali organi di governo e a garantire la piena attuazione di tutte le risoluzioni ONU, a partire dai rapporti fra Israele e Palestina;
  • sospendere collaborazioni con istituzioni accademiche e di ricerca dello Stato di Israele e rifiutare finanziamenti alla ricerca provenienti da organismi o fondazioni con accertati legami finanziari con operazioni di guerra ed occupazione di territori, e da istituzioni scientifiche appartenenti a governi che stanno attualmente violando il diritto internazionale;
  • continuare a collaborare su argomenti legati alla biodiversità con ricercatori singoli, dei quali condividiamo i principi etici, indipendentemente dal paese di appartenenza;
  • offrire la propria disponibilità e il proprio sostegno per accogliere studentesse e studenti, scienziati e scienziate provenienti dalla Palestina e da altre zone di conflitto - in coerenza con le proposte del Tavolo della Pace del CNR - promuovendo in qualsiasi forma possibile, iniziative di accoglienza accademica, come borse di studio, corsi di dottorato o altre opportunità di cooperazione, sia nell’ambito di progetti esistenti, che attraverso nuovi percorsi da sviluppare. 

Chiediamo infine al CNR di prendere una posizione chiara ed univoca in merito al conflitto in corso in Medio Oriente, adoperandosi con tutta la forza istituzionale di cui è capace per agire in favore di una risoluzione dello stesso. 

Chiediamo al CNR di istituire un comitato che sia in grado di aiutare i ricercatori ad analizzare la provenienza dei fondi disponibili per la ricerca, al fine di evitare qualsiasi utilizzo duale dei risultati ed evidenziare finalità non esplicitate dai bandi a cui i ricercatori partecipano, in modo da evitare anche operazioni di greenwashing, oltre che di supporto ad operazioni belliche.

Questo appello è promosso da ricercatrici e ricercatori del Gruppo di Lavoro “Biodiversità” del Consiglio Nazionale delle Ricerche e nasce da una libera iniziativa, fondata sull’etica e sulla responsabilità individuale dei firmatari. Non rappresenta una posizione ufficiale dell’Ente, pur risultando coerente con i principi etici espressi nella delibera del Consiglio di Amministrazione del CNR del 28 marzo 2024 ed in linea con le finalità espresse dal Tavolo della pace del CNR, con il quale il presente gruppo si rende disponibile a collaborare. 

 

L'appello può essere sottoscritto da ogni lavoratrice o lavoratore del CNR indicando nome, cognome, istituto di appartenenza ed email istituzionale 


 Appello promosso dalle ricercatrici e dai ricercatori del Gruppo di Lavoro Biodiversità del Consiglio Nazionale delle Ricerche  https://dta.cnr.it/gruppi-di-lavoro/biodiversita/    Contatta l'autore della petizione

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