Petizione per l'applicazione della Legge sulla Dislessia

Cristian

/ #140 Ultime due cose (forse)

2011-07-09 22:28

Prima cosa, Grazie Luc.
Inoltre, visto che in più punti si parla di dislessici, non solo in questo spazio ma anche in altri non connessi a questo, mi piace mettere l'accento su un aspetto: nessuno è dislessico. Con questo, ovviamente non stò negando l'esistenza di un disturbo ma faccio riferimento al modo di parlare che sta diventando di uso comune, purtroppo. Possiamo usare questa modo di parlare per comodità, ma possiamo andare oltre, facendo un piccolo sforzo di attenzione in più, perché possiamo parlare di una persona con dislessia.
Perché tanta pignoleria linguistica, soprattutto in una persona come me che si esprime male? Si veda l'augurio fatto di godersi l'estate perché io non posso farlo e spero che gli altri invece possano (era questo il senso del mio augurio; ho tolto qualche parola per spiegarmi e mi si è snaturato il senso di quello che volevo dire).
Faccio questa precisazione perché, purtroppo, culturalmente siamo abituati ad etichettare le persone con le loro problematiche o con i loro sintomi (secondo questa logica io sarei un cardiopatico alla nascita, comatoso per il periodo successivo alla nascita, dislessico -forse?-, miope, sofferente epatico per cause congenite, zoppo, ecc.). Personalmente trovo la cosa pesante (anche perchè farei fatica a definirmi).
Come persone, tutti, siamo sempre qualcosa in più dei nostri problemi. Un sintomo o un problema non può descriverci in toto. Nonostanze le molte comunanze che potreste rilevare tra i vostri figli, amici o voi stessi, infatti, penso che uno o più problemi in comune da soli non bastino per rappresentervi completamente e spiegare chi siete voi, chi sono gli altri, chi siamo noi. Possono essere utili, i problemi, semmai per avvicinarvi o associarvi ma non per rappresentarvi (quello che vi rappresenta penso dovrebbe essere più la voglia di andare avanti, di affrontare i problemi, di sostenervi, ecc.).
Questo piccolo aspetto di pignoleria (che considero un prezioso insegnamento che voglio condividere) mi è venuto grazie a varie care persone, con varie patologie dovute ad una situazione oncologica avanzata. Mi ricordavano spesso che le persone le guardavano come se fossero il tumore, anche se non trovavano il coraggio di parlarne così apertamente come per altri disturbi. Per me questo è di una preziosità unica. Spero di non averlo banalizzato o espresso male, ne di avervi fatto ulteriormente arrabbiare.
Cristian