Salviamo il centro storico di Naso


Ospite

/ #7 Re:

2016-04-28 13:05

#3: Mauro Caliò -  

Egregio Sig. Calio'  rispondere alla sua domanda in maniera puntuale comporta la necessità di formulare alcune argomentazioni tecniche, noiose ma indispensabili. Cominciamo col dire che la località di cui Lei mi ha chiesto ricade in piena zona "R4", nel disegno qui accanto è la zona colorata in rosso (quella più grande) che come vede è più estesa dell'intero paese. La "ZONA R4" è un luogo dove il rischio è massimo e attuale, le posterò poi la carta del rischio. Se lei ha familiarità con l'interpretazione delle carte, avrà certamente notato che la scuola  e le palificazioni di cui parla ricadono, in pieno, all'interno della suddetta zona, per cui sono presenti tutte le criticità del caso.

Da un punto di vista obiettivo, occorre precisare che il "grado di attivazione" del movimento franoso non è omogeneeo, per cui si riscontrano zone per cosi' dire "piu' calde" rispetto ad altre, tuttavia trattandosi di "paleofrane" possono aversi periodi di quiescenza, anche lunghi nel tempo e lente o improvvise accelerazioni, a seguito di riassestamento degli equilibri interni parziali e ridistribuzionie delle tensioni afferenti a d un nuovo stato di equilibrio generale. In altre parole queste frane possono attivarsi a "scatti", fermarsi apparentemente anche per secoli e poi riprendere. In questo momento siamo in una fase attiva che riguarda prevalentemente la zona più "alta" di tutto il dissesto. Per sincerarsene basta osservare la seconda carta riportata di seguito: