Salviamo il centro storico di Naso


Ospite

/ #8 Re: Re:

2016-04-28 13:07

#7: - Re:  

in questa seconda immagine Lei potrà notare una zona colorata in rosso, nella parte superiore destra, dove ricade la scuola e la palificata. Il rosso indica livello di rischio massimo "R4" e nel contempo il colore grigio ( da intendersi esteso anche "sotto il colore rosso") indica una pericolosità massima, indicata di livello "P4" . si osservi come tutto il tratto denominato "Castello, la strada ss116, l'albergo Miravalle, l'Ospedale dei Bianchi, il Circolo , la Casa Comunale, la Scuola, la piazza, fino a lambire la casa del fascio , la posta, il teatro e l'intero qartiere "Spirito Santo" siano immersi in piena zona R4-P4.

Veniamo adesso allo specifico della sua domanda e precisamente a quella che Lei chiama "zona ferma". Come sapra' , recentemente sono stati eseguiti dei lavori che chiamerò genericamente di "riqualificazione" della scuola suddetta. Se l'edificio fosse stato un edificio privato le stringenti normative che incombono nelle "zone R4" avrebbero inibito in maniera perentoria il rilascio di qualsiasi autorizzazione e/o permesso. Nel caso di opere pubbliche è consentito derogare solo a patto che si operino delle migliorie con interventi di consolidamento. Nella fattispecie eseguiti i lavori in elevazione, per poter "difendere" quello che a me appare indifendibile si sono eseguiti in un secondo tempo ( con evidente inversione degli atti tecnici) dei lavori di palificazione, come da lei giustamente accennato. Non mi pronuncio sul fatto specifico, perchè dovrei poi innescare una polemica che in questo momento non intendo sostenere, quello che qui voglio evidenziarle è che quel tipo d'intervento geotecnico è sulla base della mia esperienza sul campo e nello specifico, a mio giudizio, del tuttto inconsistente e le spiego perchè.

Premesso che per motivi professionali mi è capitato di occuparmi di queste tipolgie di interventi sul lotto autostradalle 27 ter Torremuzza,  svincolo di S. Stefano di Camastra, per aver io calcolato e dimensionato tutte le opere d'arte di quel tratto per INC general contractor su progetti tecnital ANAS , posso affermare senza tema di smentita che palificazioni totalmente infisse, con pali ad estremo libero e trave di coronamento non tirantata, risultano completamente inefficaci ai fini della stabilizzazione di un versante di tale potenza, qualunque sia la stratigrafia presente. Piu in dettaglio posso affermare per aver materialmente condotto numerosi calcoli, che nel caso in cui i pali "lavorino" a flessione, già con alunghezze inferiori ad 8 metri occorre per la verifica, anche in condizioni di spinta favorevoli, diametri dei pali di almeno un metro e venti.

I pali in questione, messi in opera in quel posto, sono troppo snelli per farli lavorare a flessione e a nulla giova il cordolo di coronamento, se non ancorato a tiranti che assorbano il "comportamento a mensola".  Ancora peggio se si fosse voluto far lavorare i pali a sforzo di taglio, cioè usarli come "chiodi atti ad evitare lo scivolamento del cuneo di frana lungo il piano di faglia; in quanto, ancora una volta la paratia sarebbe tranciata per evidentissima insufficienza della sezione resistente (pali smilzi) e altro ...; oltretutto questo tipo di cinematismo è del tutto improbabile, in base ai segnali rinvenibili sul posto. Nemmeno l'impiego del cordolo impiegato a presidio dello scivolamento di base del muro a gravità soprastante, sarebbe efficace, in quanto il collasso del muro a gravità (così alto) avverrebbe per fuoriuscita del centro di pressione dal nocciolo d'inerzia della sezione,  ben prima dell'attivazione del cinematismo stesso, basti ricordare che il muro a gravità (in pietrame) soprastante, non essendo armato non ha nepssuna posssibilità di resistere a sforzi di trazione a lui complanari. In altre parole quel muro resta all'impiedi non perchè fa il "suo lavoro ed è fatto bene" , ma semplicemente perchè scarico, cioè la massa di terreno al suo intradosso è estremamente coerente e stabile (calcarenite compatta) e quindi non spinge.

in ultimo la palificata quale struttura isolata e infissa nel corpo di frana, se ne va a spasso  trasportata dalla stessa frana. Tutto questo per dirLe, che trattasi a mia opinione di un intervento che non migliora la stabilità del pendio, ha messo a rischio di attivazione la frana in quel posto ( in zona R4 è propibilto scavare e smuovere il terreno per non comprometterne l'equilibrio, a meno che non si sappia precisamente cosa si stia facendo) e la presenza di fessure nella parte superiore della ss 116 che prima non c'erano fa venire il dubbio che l'attivazione sia veramente stata provocata. A questo punto Lei avrà già capito il perchè siano stati realizzati quei pali e io mi fermo qua, pronto a disquisire con qualsiasi professorone si voglia fare avanti. Non mi risulta che  l'opera sia mai stata collaudata, ma può darsi che si, provi a farsi dare le carte. Per chiudere il quadro l'ultima cosa che mi preme di far notare è che siccome gli spostamenti sono massimi al piede, quando in testa si nota una fessura di un centimetro a qulche decina di metri di profondità la fessura puo' essere di mezzo metro o più, quindi non c'è da stare sereni.

Cosa occorre fare. costruire dei capisaldi e con una stazrione GPS misurare ogni settimana gli spostamenti in modo da disegnare il campo vettoriale Euleriano. ci vogliono una decina di migliaia di euro e lo studio dei sei anni persi a negare la frana. L'omino che taglia i tiranti passasse a fare le stazioni e raccogliere i risultati. Continua... Cordiali saluti