Firma per salvare il Teatro Massimo di Palermo dalla politica

Salviamo il Teatro Massimo

/ #18 Salviamo il Teatro Massimo

2012-11-02 14:50

Certo, credo che ci sarà un motivo se molti palermitani e non solo, che conoscono ed apprezzano le qualità di Cognata stanno cercando di sostenerlo e difenderlo da questi attacchi violenti e diffamatori paragonabili all'aggressione fisica da lui subita alcuni anni fa, e se giornali nazionali, non di secondo piano, tipo Sole 24 ore, Il Foglio, Classic Voice ed esperti non palermitani prendono le due difese.
Tanti cittadini palermitani sono indignati nel vedere il Teatro ancora occupato, vilipeso e deturpato, con il benestare del Sindaco, nel tentativo di mettere in difficoltà l'attuale dirigenza, che ha, invece, in questi ultimi anni, lavorato per salvare il teatro dal dissesto e portarlo a livelli tali da attrarre l'attenzione della stampa specializzata nazionale ed internazionale.

Suggerisco per un'ulteriore ennesimo approfondimento:

Filippo Cavazzoni (direttore editoriale dell'Istituto Bruno Leoni) 10 ottobre 2012

"........Nonostante gli indiscussi successi gestionali alla guida del Teatro Massimo, Cognata non ha mai avuto vita facile nella conduzione della fondazione palermitana. Oggi è il neo-sindaco Leoluca Orlando a volerlo togliere dalla guida della fondazione lirica della sua città. I motivi appaiono pretestuosi, la realtà delle cose farebbe pensare a una certa determinazione da parte di Orlando nel mettere le mani sul Teatro Massimo, attraverso uomini di sua fiducia.
Uno dei maggiori problemi delle fondazioni liriche italiane è quello di una forte ingerenza della politica nelle scelte gestionali di tali istituzioni culturali. Quello che sta avvenendo a Palermo ne è l’ennesima conferma. Il sindaco è infatti per legge il presidente delle fondazioni liriche e la sua voce è particolarmente importante anche perché i soggetti pubblici sono i principali finanziatori delle fondazioni. La situazione è paradossale perché in questi anni Cognata ha svolto un ottimo lavoro, fatto di una proposta culturale di qualità e soprattutto di una sana gestione dei conti dell’istituzione che amministra. Tale situazione virtuosa è stata certificata di recente da una indagine della Corte dei Conti (7 agosto 2012):
i risultati economici complessivi delle Fondazioni risultano costantemente negativi, e mostrano nel 2010 l’esito peggiore, ancora più critico di quello del 2008. … Nell’intero periodo in esame [anni 2007-2010] registrano risultati positivi esclusivamente l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, peraltro con importi modesti, e il Teatro Massimo di Palermo, mentre le restanti Fondazioni hanno chiuso tutti o alcuni esercizi in perdita, contribuendo al complessivo disavanzo di 16 milioni di euro nel 2007, aumentato ad € 39,4 milioni nel 2008, regredito ai 9,2 milioni del 2009 e nuovamente cresciuto nel 2010, giungendo al deficit di più rilevante importo nel periodo, pari a € 39,5 milioni di euro.
Nell’indagine della Corte dei Conti si scrive inoltre che:
il Teatro Massimo ha recuperato negli ultimi esercizi 15 milioni di euro di perdite pregresse e, nonostante la contribuzione pubblica si sia ridotta di oltre 5 milioni di euro, ha prodotto più spettacoli con minori costi di produzione.
Insomma, la gestione di Cognata non potrebbe che dirsi virtuosa. Il sovrintendente ha avuto il merito di risanare le finanze del suo teatro, compiendo anche scelte difficili e pericolose, che hanno messo a rischio la sua stessa incolumità fisica: nel 2009 è stato infatti vittima di una aggressione. A seguito di quell’evento al sovrintendente è stata affidata una scorta. Anche questo rappresenta un altro paradosso italiano, per risanare i conti di una istituzione culturale occorre farlo protetti da una scorta. Oggi Cognata deve fronteggiare l’ostilità di sindaco e dipendenti, che si sostengono a vicenda per sfiduciare il suo operato: la sua colpa sarebbe quella di gestire il teatro in maniera efficiente.
Le scelte che guidano l’operato di un sovrintendente sono diverse da quelle che compie un sindaco. Se il primo agisce per attirare pubblico e offrire una proposta culturale di qualità con un occhio rivolto ai conti, il sindaco nelle sue scelte risponde ad altre logiche: innanzitutto quelle legate alla ricerca del consenso. La “vicinanza” che si produce fra dipendenti sindacalizzati e sindaco accondiscendente è una delle cause delle voragini nei conti delle fondazioni. La “vetrina” delle fondazioni liriche deriva dal prestigio locale e nazionale di cui godono. Maestranze che protestano contro la gestione del teatro rappresentano una pessima pubblicità per l’immagine del sindaco. Inoltre, la politica ha sempre dimostrato una forte tendenza a voler controllare le attività economiche e culturali locali attraverso la nomina di “propri” rappresentanti all’interno di istituzioni formalmente autonome ma che in realtà subiscono fortissime ingerenze “esterne” (nel caso delle fondazioni liriche non si può dire che siano così “esterne”, poiché pur essendo le fondazioni soggetti privati, vedono elementi del pubblico rappresentati nei propri organi decisionali).
Cognata ha grande cultura musicale ma soprattutto insegna politica economica all’università di Palermo e sa gestire istituzioni complicate (lo ha dimostrato). ....... Ma proprio la political economy di queste istituzioni – la tendenza dei sindaci a preferire la lealtà su ogni altra qualità – gioca paradossalmente a suo sfavore."

Un altro dei tanti pareri oggettivi sulla conduzione del teatro in questi anni e sulla guerra assurda del nuovo sindaco.

Come facciamo, poi, a lamentarci se qui a Palermo, molte, troppe cose vanno male?
Non sono sufficienti gli enormi problemi della città ma, si vuole veramente far funzionare le cose negli interessi della collettività?
Salviamo il Teatro Massimo