Ricostruire la Città della Scienza di Napoli
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Chiara Segré |
#47 Testimonianze per Città della Scienza: intervista a Salvatore Fruguglietti2013-05-05 07:52Intervista a Salvatore Fruguglietti, direttore progetti scientifici dell'Associazione Le Nuvole. Parlaci un po’ di te, presentati: chi sei, quale e’ la tua formazione scolastica e professionale e come sei arrivato a Citta’ della Scienza. Salvatore Fruguglietti, ingegnere civile (ex liceale classico), cura per Le Nuvole dal 2005 la direzione dei progetti scientifici “CO_scienze”, tra cui la scuola di comunicazione teatrale della scienza, COm_unica. Si interessa di metodologie per la formazione dei comunicatori scientifici e dell’interazione teatroscienza. Quotidianamente impegnato nella gestione delle attività di guida, didattica ed animazione all’interno del Science Centre di Fondazione IDIS – Città della Scienza di Napoli. Sposato con Alessandra, papà di Mattia (8 anni) e di Ranieri Morgan (4 anni)! Dopo la descrizione in poco più di 300 caratteri aggiungo che sono approdato a Città della Scienza in maniera casuale. Nel 1998 per testare una nuova mail ho deciso di inviare il mio CV alle strutture che cercavano personale e che accettavano il CV anche per posta elettronica. Tra le poche Fondazione IDIS che in quel periodo aveva la necessità di integrare i comunicatori scientifici per le nuove mostre che si stavano allestendo e che avrebbero indotto un aumento di pubblico. Da allora lavoro con Le Nuvole (Stabile d’Innovazione Ragazzi di Napoli) che gestisce in partnership con Fondazione IDIS il servizio di visite guidate, l’animazione di BIT, l’animazione culturale degli spazi del science center e gli eventi di comunicazione teatrale della scienza. Forza del caso anche se penso che nulla succeda realmente per caso: sono le affinità (elettive?) che segnano i percorsi di crescita personale e professionale delle persone. Per cui eccomi qui, “elettivamente affine” al mondo di Città della Scienza e de Le Nuvole. Come sei legato a CdS? Qual è stata la tua esperienza nello science center e che ricordo ne hai? La mia esperienza con CdS non è stata ma E’; infatti, dura ancora per cui non mi va di averne un ricordo ma preferisco raccontare la mia esperienza come un percorso costituito da un insieme di punti in equilibrio nel quale trova posto anche l’incendio del 04.03.2013. Il mio legame con CdS è di testa e di cuore. Di cuore perché ad ora ho trascorso 15 anni molto belli, molto faticosi ma tanto emozionanti, ed ho avuto modo anche di conoscere Alessandra, mia moglie e mamma di Mattia e Ranieri. Per cui penso che il cuore ci stia tutto! Di testa perché mi ha dato la possibilità di esplorare il campo della comunicazione della scienza e di integrare tutto il mio percorso di studi. Il liceo classico mi ha preparato a leggere episodi, raccontare storie, indagare la parola; il percorso universitario mi ha fatto indagare in maniera pratica il metodo scientifico e mi ha formato alla ricerca. Col lavoro di comunicatore della scienza ho avuto la possibilità di “sistematizzare” la mia formazione e di aprirmi continuamente a nuovi mondi. Quando poi dal 2004 ho assunto la gestione dei progetti di comunicazione della scienza per Le Nuvole ho avuto modo di rendere metodologico il mio lavoro ed avviare anche dei progetti di ricerca sulle nuova modalità di comunicazione della scienza e sulle interazioni tra i linguaggi del teatro e della scienza e sull’interazione tra scienza e società, con azioni che partono dall’emozione del racconto delle scoperte per giungere ad azioni finalizzati alla costruzione di cittadinanza consapevole. Come ti sei sentito quando hai appreso la notizia e visto le foto di quelle fiamme apocalittiche? Le foto? Purtroppo ero sul posto, giunto alle 22:30, dopo aver ricevuto una telefonata di una socia e cara amica che, alle 22:17, mi avvisava che il Science Centre stava bruciando tutto! Sono immediatamente sceso da casa e, nel percorso (soli 5 chilometri) ho pensato che l’allarmismo fosse eccessivo, sia perchè avevo lasciato il mio ufficio alle 19:40 (e non avevo a mente situazioni che avevano destato la mia attenzione) sia per la speranza (mal celata) di voler giustificare con la tipica capacità di esagerare che a volte contraddistingue il nostro dire. Tutto vero! La prima reazione. Perché? Chi? ( e qui confidiamo nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine) La seconda. Da quel momento ho avuto due sole certezze; “ripartiamo” (che ho corretto il giorno dopo in riacceleriamo perché non ci siamo mai fermati!) e “ce la facciamo” (e il 10 aprile – soli 36 giorni dopo il rogo! - abbiamo riaperto i nuovi spazi espositivi nella parte non colpita dall’incendio!) CdS era davvero una cattedrale in un deserto industriale? Tu che conosci, per esperienza diretta, centri scientifici che sono il fiore all'occhiello della ricerca europea, cosa pensi del livello di CdS? Sei d'accordo con Pietro Greco, che l'ha definita "una buona epressione della comunicazione della scienza nel nostro paese, il più grande museo scientifico di nuova generazione"? Copio ed incollo le parole di Pietro! Città della Scienza E’ sicuramente un’eccellenza tra i luoghi europei ,e non solo, in cui si costruisce cittadinanza consapevole, dove le nuove generazioni vengono informate, dove si costruiscono possibilità di lavoro, ricerca e sviluppo. Nel mondo dei science centre sono riconosciute due sole città: Cité (che poi sarebbe La Villette di Parigi) e Città (la nostra Città della Scienza). Penso che scala di valutazione migliore e più attendibile del valore mondiale di CdS non possa esserci. Ma cosa dire del vaso di Pandora che si è scoperchiato dopo il rogo sulle speculazioni, le promesse, i progetti non portati a termine, il denaro pubblico bruciato, gli scambi di favori, la crisi finanziaria, il mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti? CdS era anche "un succulento boccone delle clientele", come l'ha definito Roberto Saviano? Cosa pensi delle parole di Bruno Arpaia: "Il rogo sta durando da troppi anni"? Qui bisogna andare in ordine e fare chiarezza, in maniera quanto più oggettiva possibile. Inoltre, le domande poste (non da te, che sei un media, ma da chi le stimola con illazioni) devono essere circostanziate per poter ambire ad una risposta. E’ semplice chiedere vagamente per avere risposte che saranno, comunque ed inevitabilmente, giudicate opinabili. Quindi, chiedo Speculazioni. Quali? Promesse. Quali e a chi? Progetti non portati a termine. Corporea? Altro? Denaro pubblico bruciato. Se si intendono le strutture andate distrutte nell’incendio, che hanno, comunque, beneficiato di sostegno pubblico, allora si; si è bruciato del denaro pubblico. Gli scambi di favori. Tra chi? A vantaggio di chi? La crisi finanziaria. Infatti finanziaria e non economica. La crisi riguarda la circolazione del denaro e dei relativi investimenti ma non ha mai toccato il tessuto produttivo di beni materiali ed immateriali di CdS, non è mai diventata crisi economica. Nonostante sappiamo tutti che se la mancanza di denaro e di liquidità affossa il sistema produttivo di una nazione in conseguenza (le imprese non potendo – senza investimenti - più produrre) la crisi diventa anche economica. CdS non sa cosa significhi crisi economica. Conosce, invece, molto bene e per colpa delle istituzioni pubbliche, che non riconoscono i pagamenti delle commesse (si badi bene pagamento di commesse e non finanziamenti a fondo perduto!) la crisi finanziaria. Il mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti. Dipende dalla crisi finanziaria in cui la struttura versa, non certo dalla volontà di chi gestisce la struttura. Invece, vorrei esaltare il senso di appartenenza dei dipendenti che si sono sottoposti a sacrifici (per molti insopportabili) pur di dare continuità ad un progetto di lavoro che per moltissimi è anche progetto culturale personale e di vita. Un succulento boccone delle clientele. Clientelismo e politica sono un binomio inscindibile. Quindi, un boccone per chi vorrebbe mangiarlo che, tuttavia, grazie alla vigilanza della governance e dei lavoratori tutti non è stato possibile divorare. Da qui la crisi finanziaria….. Il rogo sta durando da troppi anni. CdS non è un fenomeno di autocombustione…. Cos'è bruciato in quel rogo la notte del 4 marzo 2013? Il rogo ha bruciato molte (non tutte) le strutture del 1853: pilastri colorati dal solfato di rame, pareti di tufo calatafate, capriate in legno e poi, il tecnonastro, gli exhibit, i nostri libri, 15/20 anni di progetti. Ma non hanno bruciato la “risorsa infinita” che sono le idee, i saperi, i sogni delle persone che lavorano nel Science Center e che, soprattutto, lo hanno immaginato, pensato, costruito, vissuto e fatto vivere, raccontato e che lo costruiranno dov’E’ ma meglio di prima, perché essere uno dei primi science centre al mondo è sempre più difficile. Ma ce la faremo, ribadisco, ne sono certo! Quanto è importante, se è importante, ricostruire CdS? Siamo alle domande pleonastiche! CdS va ristrutturata oltre che per quanto detto sopra perché dietro ad un gesto vile, vigliacco, violento non si arretra. Fortunatamente questa ovvietà è stata compresa anche dal comitato che ha deciso che CdS va ricostruita nel luogo in cui è stata pensata. Un gesto dall’alto valore simbolico, oltrechè di economia (sia di tempi che di fondi) della ricostruzione. Inoltre, abbiamo il dovere (non il diritto) di volerla dove prima e meglio di prima per dare una risposta costruttiva all’affetto che il mondo intero ci ha riversato addosso; affetto che è conseguenza in minima parte del momentaneo afflato emozionale ed in massima parte da quanto di buono è stato fatto negli anni scorsi, si sta facendo e si farà. Strappiamoci un sorriso. CdS è un faro per la comunità dei Science Center e lo è anche in questo momento difficile tant’è che se ci si interroga su come reagisce un Science Centre che brucia la risposta (per fortuna e purtroppo, fattiva e sperimentale) la può dare solo CdS. Cosa pensi delle molteplici iniziative che sono fiorite immediatamente e spontaneamente e sono proliferate sul web per la ricostruzione e la raccolta di fondi, per esempio Ricostruiamo Città della Scienza, pagina facebook che conta quasi 35000 membri? Do ut des….. Da cittadino napoletano, hai percepito l'incendio come un attacco all'intera città di Napoli? Solo se concepito da una mente geniale potrebbe essere pensato come un attacco alla città. Penso che l’attacco alla città sia una conseguenza più che la causa dell’attacco ad un luogo comunque di eccellenza di Napoli e, in quanto tale, obiettivo sensibile. Infatti, la città è stata colpita, in maniera forte, immeritata; sono stati colpiti i bambini della città ai quali è stato strappato un luogo di conoscenza, di divertimento intelligente; i giovani che scoprono o riscoprono saperi; gli adulti che hanno perso un’agorà intelligente e stimolante. Sicuramente si è trattato di un attacco a un simbolo. Un attacco del genere potrebbe rappresentare una grande occasione di ripartenza, di rivolta culturale e civile, oppure una mazzata definitiva. Sulla reazione della città sei ottimista o pessimista? "Napoli non si rimetterà mai in piedi", come ha detto Bruno Arpaia? Oppure Napoli non si arrenderà, come tutti quei lavoratori di CdS che dal 4 marzo lavorano ininterrottamente e vogliono inaugurare immediatamente nuove aree espositive? Sono assolutamente, convintamente e razionalmente ottimista. L’ottimismo della ragione che viene dalla constatazione che se abbiamo costruito uno dei primi Science Centre al mondo sarà più semplice farlo con l’esperienza maturata sino ad ora. Forse non ci sarà l’emozione della prima volta ma sarà comunque una bella avventura da vivere, anzi una avventura che sto già vivendo. Definisci con una parola o una frase cosa per te come persona ha significato e significa la Città della Scienza. Ha fatto aumentare in me la consapevolezza di essere cittadino del mondo. Ricordi forse la pubblicità di Oliviero Toscani per Benetton in cui tre mani (una bianca, una nera ed una gialla) tenevano dei cuori in mano; il messaggio era “dentro siamo tutti uguali nonostante le apparenze esterne”. Ecco Città della Scienza ha esaltato la mia capacità di guardare il dentro delle persone, delle cose; ha esaltato la mia capacità di indagare oltre e non fermarmi alle apparenze. Raccontaci un aneddoto curioso/divertente/particolarte che ti è capitato nella tua attività a Città della Scienza Non saprei da dove iniziare. In uffico abbiamo il quadreno dell’Ipse dixit sul quale raccogliere la quotidianità della vita del museo. Ne racconto uno personalissimo. Dal 1998 al 2001 pur lavorando insieme, gomito a gomito, Alessandra ed io non ci siamo mai presi. Prima dell’apertura del nuovo Science Centre, durante un corso di formazione teatrale abbiamo dovuto interpretare (insieme ad una decina di altri comunicatori) la scena di un matrimonio in chiesa. L’abbiamo fatto per un numero infinito di volte, con livelli di energia sempre differenti. Gli sposi Alessandra ed io… A settembre 2004 ci siamo sposati (non in chiesa!) ed Enzo Musicò (regista, attore, formatore de Le Nuvole e uno degli interpreti maggiormente esperti in Italia di eventi di comunicazione teatrale della scienza e formatore sulle tecniche teatrali per la comunicazione della scienza) dopo averci costretti a infiniti matrimoni falsi ha testimoniato a quello vero! |
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#48 Festa per l’Europa a Città della Scienza2013-05-08 20:37:32Festa per l’Europa a Città della Scienza Quattro giorni di laboratori, incontri, dibattiti e installazioni realizzati dagli studenti napoletani. Per quattro giorni a Città della Scienza si parlerà di politiche europee. Nasce il progetto Europa Museum per avvicinare l’Europa agli studenti attraverso la creazione di un museo itinerante, lo studio degli obiettivi delle politiche europee e l’approfondimento dei principi ai quali questi si ispirano. Gli studenti degli istituti superiori di Napoli hanno realizzato per l’occasione sei installazioni e sei “tapas tematiche”. Saranno presentati inoltre i dieci laboratori d’impresa promossi dai ragazzi delle scuole secondarie superiori e coinvolte nel progetto KiiCS che promuove l’interazione tra scienza e creatività d’impresa. L’iniziativa durerà dal 9 al 13 maggio. |
Il Popolo italiano prende le distanze dalle parole del presidente Mattarella
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