Per il rispetto degli artt. 21 e 33 della costituzione, su libertà di pensiero e di insegnamento, alla Sapienza di Roma.
Alla Magnifica Rettrice
dell'Università di Roma "La Sapienza"
e pc Al Preside della Facoltà di Fisica
Al Preside della Facoltà di Lettere
Oggetto: Pubblica Petizione per il ripristino dei diritti sanciti dalla costituzione della Repubblica Italiana agli art. 21 e 33 sulla libertà di pensiero e di insegnamento.
Io Antonio Caracciolo sono stato immatricolato alla Sapienza nell'anno 1970. Mi sono laureato in Scienze Politiche, con un tesi in filosofia del diritto il 4 luglio 1975, con 110 e lode. Ho quindi avuto a vario titolo un rapporto di docenza con La Sapienza, ininterrotto fino al 1° dicembre 2016, quando sono andato in pensione come Ricercatore Universitario.
Erano diversi anni che non tornavo in Sede.
Ho voluto farlo oggi per assistere alla presentazione di un libro proposto da "Studenti palestinesi".
Leggo dalle notizie di stampa che alla presentazione di detto libro vi sarebbe stata una opposizione da parte della Comunità ebraica e da parte di "Sinistra per Israele”.
Leggo anche che vi sarebbe stato una "autorizzazione" seguita da revoca senza pubblicazione delle motivazioni.
Mi sono recato oggi all'ora indicata presso la Facoltà di Lettere per assistere all'evento, che a dire degli Studenti, sarebbe stato solo spostato dalla Facoltà di Fisica a quella di Lettere, cosa che mi è parsa più appropriate trattando di un libro di letteratura.
Giungendo però con un certo ritardo presso la Facoltà di Lettere, apprendo che anche qui l'Evento è stato vietato. Chiedo di poter conferire con il Preside della Facoltà, per avere delucidazioni, ma l'ho trovato impegnato in una riunione e non ho voluto disturbarlo.
Ho pensato quindi di passare al suo Ufficio secondo le modalità che seguivo quando ero in servizio, dove ancora un docente poteva parlare con il Rettore senza particolari formalità o impedimenti.
Data la gravità della situazione, cioè la sospetta violazione degli artt. 21 e 33 cost., ho insistito per poter parlare con urgenza con la Rettrice. Le guardie poste all'ingresso mi hanno consentito al massimo di poter parlare con la sua Segreteria, alla quale ho chiesto spiegazioni, facendo notare che nessuna circolare, nessuna Autorizzazione può cancellare il rango costitituzionale degli artt. 21 e 33.
Ad un certo punto mi si dice, anzi mi si chiede "se io sono d'accordo con il terrorismo, il terrorista" e simili. Confesso che la mia pazienza e serenità è venuta meno e mi scuso se mi è sfuggita qualche espressione non urbana. Ma in ogni caso ho avuto conferma dal suo Ufficio a quello che era il mio sospetto: si è trattato di censura addirittura in una Sede Universitaria, che dovrebbe essere il luogo della Libertà di pensiero, di espressione, di ricerca e di libero e democratico confronto delle idee.
Sospetto avvalorato dalle previe pubbliche richieste dei soggetti sopra citati: Comunità ebraica e Sinistra per Israele.
Non mi riconosco in questa Ubiversità dove ho speso 46 anni della mia vita.
Rcordo che negli anni 1970-75, nella facoltà di Scienze Politiche, un'intera Aula, la XIII, era ad intera disposizione degli studenti che non avevano bisogno di nessuna autorizzazione per le loro attività, ad esempio ricordo la sentarice Camilla Ravera che frequentava quell'Aula, e altri. Vi si tenevano liberi seminari, organizzati direttamente dagli Studenti.
Non è a lei che mi rivolgo per il rispetto degli artt. 21 e 33, ma agli stessi Studenti che come noi giovani facemmo dal 1968 per una conquista di spazi e diritti democrativi, sanciti dalla costituzione, devono tornare a lottare in ogni sede universitaria d'Italia.
Il diniego di evento alla Sapienza di Roma sarà un esempio negativo da evitare. Il ripristino dei perduti spazi di libertà è ben più importante delle presentazione di un qualsiasi libro. Ripeto: libro! Non esposizione di armi come fucili, bombe, razzi.. Ma l'Universtà la Sapienza di Roma sembra aver più paura di un libro e di un morto che di armi, e non ha problemi nello stipulare accordi con lo stato di Israele, imputato di genocidio presso tribunali internazionali di giustizia.
Ricordo infine l'autorevole affermazione del vicepresitente statunitense in Monaro: Dice: in Europa non esiste più la libertò di pensiero. Mi dispiace immensamente che ciò sia vero anche nell'Università di Roma La Sapienza. Ed oggi ne ho avuto conferma al di là di ogni ragionevole dubbio.
Questa Petizione le verrà formalmente consegnata, con ulteriori illustrazioni, appena avrà raggiunto un congruo numero di firma da parte di Studenti, Docenti, Cittadini, in Italia ed in Europa.
Provvisoriamente a nome e per conto degli Studenti ai quali è stato negato lo spazio della Sapienza per la presentazione di un libro, da loro scelto. Mi riservo di sentirli quanto prima possibile per apprendere da loro ciò che mi è ancora ignoto.
Prof. Antonio Caracciolo,
Docente ricercatore di Filosofia del diritto, in pensione dalla Sapienza, dal 1° dicembre 2016.
Antonio Caracciolo Contatta l'autore della petizione