VACCINI:FIRMA LA PETIZIONE ALL'ARS - QUANDO C'E' RISCHIO DEVE ESSERCI SCELTA

Movimento per la Libera scelta Vaccinale Sicilia-

Coordinamento Alcamese per la libertà di cura-                                                                Al Presidente della Regione Sicilia                                                                    Al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana                                            Ai Deputati Regionali dell’Assemblea Regionale Siciliana                     All’ Assessore alla Sanità Regione Sicilia

Oggetto: D.L. 73/2017 convertito con modifiche dal Parlamento Italiano nella seduta del 28.7.2017 in legge 119/2017

Nella seduta del 28.7.2017 la Camera dei Deputati ha convertito con modifiche il D.L. 73/2017 recante "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale" in legge 119/2017. Si è scelta la via dell’imposizione dell’obbligo vaccinale e della coercizione degli individui in assenza di emergenze epidemiche o sanitarie sul territorio nazionale, così come dichiarato dal premier Gentiloni e dalla OMS (Organizzazione Mondiale della Salute). Si è scelto in particolare di colpire le fasce più deboli del tessuto sociale, decretando che i bambini da 0 a 6 anni non potranno accedere ai servizi educativi e scolastici se non in regola con le recenti prescrizioni in tema di vaccini, malgrado la nostra Costituzione garantisca l’educazione e la socializzazione ad ogni bambino (art. 2, 3, 32, 33, 34)  e malgrado la previsione del DPR n. 355 del 26 Gennaio del 1999, ancora in vigore,  che sancisce come in nessun caso i bambini non vaccinati possano essere esclusi dalle scuole. La normativa in ambito INTERNAZIONALE ha più volte rimarcato che qualsiasi trattamento medico involontario o forzato è da considerarsi violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, della Convenzione del Consiglio Europeo per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e comunque deve ritenersi lesivo della dignità dell'essere umano nei confronti dell’applicazione della biologia e della medicina. Infine la Convenzione Sui Diritti Dell'uomo E La Biomedicina, La Carta Europea dei Diritti Del Malato, Il Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici, il Codice di Norimberga hanno fissato una serie di principi etici di ricerca per la sperimentazione medica su esseri umani. Tutti i principi di salvaguardia dell’integrità dell’essere umano come sopra delineati sono condensati nella Convenzione di Oviedo, recepita in Italia con legge n.145/2001, che, com'è noto, ha stabilito il fondamentale principio dell'autodeterminazione, cioè la libera scelta in materia di salute.

Ricordiamo la ferma condanna della legge Lorenzin ad opera del giudice   Ferdinando Imposimato, Presidente Onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione. Il Presidente Imposimato ha dichiarato che con il citato D.L. si sta commettendo un gravissimo reato, lesivo della dignità delle persone, della loro salute e dei loro diritti, riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Uomo.  Ha altresi confermato che la Corte Costituzionale, già nel 2014, aveva sottolineato che in tema di diritti della salute non è consentito il ricorso alla decretazione di urgenza ed è possibile procedere solo per legge ordinaria, mai per decreto legge. In tal senso infatti  facciamo notare  che il giudice italiano che si trovi di fronte ad un contrasto tra una legge di provenienza statale ed una della fonte costituzionale e comunitaria (oggi dell’U.E.), è tenuto a disapplicare (più correttamente: a non applicare) la prima e ad applicare senz’altro la seconda, con il solo limite dei principi fondamentali e dei diritti inalienabili garantiti nella Costituzione Italiana. In breve viene applicata la  legge di rango superiore. Ciò nonostante il governo nazionale ha scelto di punire coloro che del tutto legittimamente hanno alzato il capo avanzando dubbi e suggerimenti rispetto alla tempistica ed alla modalità delle somministrazioni vaccinali, come della stessa loro composizione, trovata da studi accreditati contaminata da sostanze tossiche. A tal fine il governo ed il ministero hanno inoltre omesso dati sensibili sui danni da vaccino che  solo dopo denuncia del Codacons ha reso pubblici  attraverso l’Aifa ( Agenzia Italiana del farmaco), riportando che solo in Italia negli anni 2014, 2015, 2016 vi è stato: - un totale di 21.658 reazioni avverse (8182, 7892, 5584) - di cui 3.351 solo da esavalente (infanrixhexa) (1857, 992, 702) - di cui 454 gravi (danni neurologici) - di cui 5 decessi (neonati prematuri vaccinati a 2 mesi e mezzo/3 con infanrix e prevnar, due dei quali anche rotavirus) 2 in Piemonte, 1 in Lombardia , 1 in Sicilia , 1 Basilicata . Dal 2005 al 2015 + 40% aumento di bambini con deficit del neurosviluppo in Italia. Evidenziamo che dalla denuncia del Codacons per omissioni di atti di uffici è scaturitaun’inchiesta dalla Procura della Repubblica di Torino.  I dati su riportati devono ragionevolmente ritenersi sottostimati (si rifanno solo alle segnalazioni) e c'è da pensare che l'AIFA stia occultando documentazioni in merito alla farmacovigilanza, come ventilato dall’On.le Zaccagnini in occasione del dibattito parlamentare in sede di conversione. La ministra Lorenzin è stata denunciata alla Procura della Repubblica in quanto PUR ESSENDO A CONOSCENZA DEI DATI SULLE REAZIONI AVVERSE DA VACCINOE SUI DANNI BIOLOGICI CORRELATI dal 10 maggio 2017, non li ha resi noti al Parlamento, mentre il Governo con proprio decreto ha comunque emesso il D.L. 73/2017 IGNORANDO I DATI poi divulgati dall’AIFA di portata di gran lunga superiore al reiterato "1 su un milione" relativi al numero dei danneggiati da vaccini. Non vanno dimenticate inoltre le oltre 600 sentenze pubblicate in tema di danni da vaccino già aventi autorità di giudicato e le oltre 8000 sentenze pure in attesa di esecuzione, in forza della Legge n. 210/1992. L’idea elementare e a tutti comprensibile è che se c’è rischio non può esserci obbligo, e che non un solo bambino è sacrificabile.  Numerose critiche fatte proprie da voci autorevoli provenienti dai diversi settori della medicina e della virologia (tra le quali quella del premio Nobel della medicina Luc Montagnier), invocano il dibattito scientifico sul tema vaccini. Inoltre esperti in ambito sociologico, del diritto costituzionale, psicologico chiedono a tutela del bambino l’apertura di un dibattito ampio e condiviso sulle ripercussioni dell’esclusione di soggetti sani dalle strutture scolastiche intese quali centri di prima socializzazione. Si è scelto però di negare ogni possibilità di confronto favorendosi la divulgazione di un pensiero unico, caldeggiato ed avallato attraverso la decretazioni d’urgenza, pur in assenza dei necessari presupposti enunciati dall’articolo 77 della Costituzione. Contravvenendo inoltre il principio alla base del metodo scientifico, che vede nel ragionevole dubbio e nella continua ricerca e rettifica il suo fondamento, il Governo e la Ministra Lorenzin hanno posto la scienza sul piedistallo del dogma, della verità indiscutibile, facendone arbitrariamente (ed illegittimamente) uno strumento moderno di coercizione del pensiero e della espressione che ricorda i metodi tristemente noti della santa inquisizione. Convinti che nella risoluzione delle tensioni sociali e politiche la via maestra rimanga SEMPRE quella del dialogo, dell’onesto confronto umano ed intellettuale, del diritto, rivolgiamo il nostro appello a tutti coloro che vorranno fare proprie le ragioni di chi ha trovato di fronte a sé il muro dell’arroganza, della tracotanza, dell’esercizio arbitrario e dispotico del potere, forse anche dell’interesse privato nella cosa pubblica. Sono evidenti ai più i profitti stratosferici che girano intorno al mercato dei vaccini, come anche i conflitti di interessi che vedono attualmente sotto inchiesta alcuni rappresentanti del nostro governo e degli apparati della Sanità Pubblica. Chiediamo a tutti coloro che rivestono incarichi istituzionali, ciascuno secondo le proprie competenze, di porre fine allo scempio delle leggi oggi fin troppo abusate in danno di cittadini inermi in quanto onesti e rispettosi delle leggi stesse. Vi invitiamo a promuovere ogni iniziativa utile ad impedire che trovi ingresso nel nostro sistema giuridico il pericolosissimo principio dell’obbligatorietà dei trattamenti sanitari, per di più effettuati su soggetti sani e in via di sviluppo. Ricordiamo che ogni individuo nasce libero e tale deve rimanere rispetto alla scelta della cura, dei farmaci da assumere o meno, degli interventi sanitari cui sottoporsi. Ciò vale specialmente in relazione alla cosiddetta medicina preventiva correlata alla pratica vaccinale che, ove applicata senza lungimiranza e in difetto di vere urgenze sanitarie, potrebbe produrre presumibilmente su larghissima scala individui con un sistema immunitario non idoneo a rispondere alle infezioni e quindi sempre più dipendente da farmaci e vaccini, fatto storico questo del tutto nuovo e foriero di conseguenze oggi imprevedibili. Ricordiamo come in tempi recentissimi il contrarre determinate malattie, come quelle esantematiche, fosse considerato, da un punto di vista medico, una tappa fondamentale dello sviluppo di un sistema immunitario forte ed efficiente, basato appunto sulla memoria delle malattie contratte e superate.

Malattie che se contratte e superate naturalmente, ricordiamo, inducono un’immunità permanente a fronte di quella vaccinale a breve tempo (5-10 anni). La gente faceva di tutto per contrarre le malattie esantematiche perché esse erano garanzia di una vita più sana.

CHIEDIAMO

al Presidente della Regione Sicilia, al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, ai Deputati Regionali dell’Assemblea Regionale Siciliana, all’ Assessore alla Sanità della Regione Sicilia di farsi portatore del disagio di tanti siciliani, contribuendo alla disapplicazione della legge 119/2017 convertito in legge il 28.7.2017 dal Parlamento, tenuto anche conto che la Regione Sicilia, secondo i dati dello stesso ministero della salute è a tutt’oggi una delle regioni con più alta copertura vaccinale nel territorio italiano. La Regione Sicilia, anche in virtù del suo stato di Autonomia, ha in materia sanitaria un potere legislativo concorrente con quello nazionale e quindi può, con proprio atto normativo ed in considerazione della circostanza che nessuna emergenza sanitaria è in atto, applicare il D.L. 73/2017 recentemente convertito con modifiche, scremandolo dalle previsioni sanzionatorie e lesive dei diritti dei più piccoli. È di questi giorni la notizia che le regioni Lombardia, Piemonte, Toscana (ove sono pure presenti numerosi focolai di meningite e morbillo), Veneto e la provincia autonoma di Trento, con atti di rango legislativo o con delibere, hanno sospeso l'applicazione del regime sanzionatorio previsto dalla L. 119/2017. È possibile trovare vie alternative che tutelino la salute pubblica senza il sacrificio del singolo. È possibile un vero rapporto di vicinanza tra chi governa ed i cittadini, purché si abbia come obiettivo il bene di tutti, uno per uno. Ricordando che legge 119/2017 sui vaccini mette in pericolo la libertà di istruzione, mettiamo in evidenza che le vaccinazioni di massa porteranno migliaia di bambini appena vaccinati con virus vivi nelle scuole, con conseguenti epidemie collegate al virus del vaccino stesso. È cosa nota a livello medico e financo riportata nei foglietti illustrativi del vaccino trivalente Morbillo, Parotite, Rosolia, come della Varicella, (pubblicati nella stessa pagina web del ministero della salute)  che almeno nelle sei settimane seguenti la vaccinazione il soggetto cui viene inoculato il  vaccino cosiddetto  a virus vivo  deve cercare di evitare lo stretto contatto con  soggetti potenzialmente soggetti a contagio Nell specifico il foglietto illustrativo indica: “- individui con una ridotta resistenza alle malattie, - donne in gravidanza che non hanno avuto la varicella o che non sono state vaccinate contro la varicella. - neonati da madri che non hanno avuto la varicella o che non sono state vaccinate contro la varicella. “ Il soggetto vaccinato quindi  dovrebbe cercare di  non frequentare luoghi pubblici in quanto portatore del virus stesso, così facilmente trasmissibile. Per quanto sopra, al fine di difendere i bambini immunodepressi, il personale scolastico non vaccinato e i bambini non-responder o non ancora vaccinati, soprattutto se neonati, chiediamo che vengano presi dei provvedimenti d’urgenza tipo:

1-      posticipare il rientro in classe di bambini appena vaccinati, secondo le indicazioni tempistiche ( 6 settimane) riportati  dalle stesse case produttrici nei foglietti illustrativi;

2-      assicurare l’iscrizione scolastica a tutti i genitori dei bambini  che ne fanno richiesta. La scuola italiana deve includere, mai escludere. Per questo si garantisce ai bambini ammalati (anche di epatite B o Aids, o disabili gravi) di potere accedere alle strutture scolastiche.

Non è quindi ammissibile che bambini sani, quindi assolutamente non pericolosi per nessuno invece ne vengano esclusi. Dirigenti e educatori di nido e materna sanno più chiunque altro che i rapporti che vengono costruiti tra i bambini in questi primi anni di vita, costituiscono le fondamenta, per lo sviluppo di una coscienza sociale da adulti e che la lesione dei diritti in età così precoce può rappresentare una odiosa cicatrice che i bambini porteranno con loro per sempre, compromettendo la loro capacità di comprendere il prossimo, determinando l’incapacità di accettarne le differenze. Per completezza si sottolinea che concetto di copertura di gregge è quanto mai privo di scientificità ed efficacia, considerato il fatto che questi bambini vaccinati verranno poi a contatto, con personale scolastico e sanitario non vaccinato , e fuori dalle classi con i loro stessi genitori, zii,  nonni, amichetti e cuginetti altrettanto non vaccinati! Non si comprende dunque la ragione di una discriminazione tanto odiosa oltretutto perpetrata nei confronti di bambini sani.

Gli educatori stessi (e con loro i dirigenti) nelle cui classi, sono presenti bambini non vaccinati, se interpellati, possono attestare, il più delle volte, che i bambini non vaccinati si assentano meno dalle lezioni per motivi di salute,e che quindi non rappresentano  maggior pericolo per alcuno. Riteniamo inoltre importante considerare  che questa legge innalza un muro tra le famiglie ed il personale scolastico, costretto ad impugnare gli strumenti del controllo e dell’esclusione: se cade il rapporto di fiducia tra le famiglie che affidano i loro figli alle istituzioni scolastiche ed il personale dell’istruzione che deve accoglierli, sarà compromessa irrimediabilmente la prima importante funzione della scuola dell’infanzia che è  quella di contribuire alla formazione di una coscienza sociale nei cittadini che saranno gli adulti di domani. Le scuole dovrebbero rappresentare il primo presidio di contatto tra le famiglie e le istituzioni. Del resto se si vuole tentare di convincere le famiglie a vaccinare attraverso il dialogo,  come si pensa di poterlo fare escludendo i bambini dalle proprie scuole? Diffondere una paura immotivata tra i genitori  verso bambini innocenti e sani , come fossero degli untori, ha qualcosa, a nostro avviso, di specialmente riprovevole da un punto di vista umano.

Ricordiamo che non è cambiato nulla dallo scorso anno scolastico (conclusosi a giugno) ad oggi!

Nessuna emergenza sanitaria è stata dichiarata dai sindaci dei comuni siciliani. Nessun bambino deve essere discriminato, escluso, allontanato dalla scuola e dagli altri coetanei. Ricordiamoci che stiamo parlando di bambini SANI, non vaccinati magari, ma sani!

Alcamo, 31 Agosto 2017


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