L' Italia non invii armi all' Ucraina in guerra

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Referendum contro l' invio di armi- Possibile firmare anche online tramite Spid

2023-04-24 08:41:55

Contro l' invio di armi,

per la sanità pubblica non gestita da imprese private.

Iniziata la raccolta delle 500.000 firme per ognuno dei tre referendum illustrati di seguito.

E' possibile anche firmare online tramite lo Spid, andare al link

https://generazionifuture.org/

I quesiti

QUESITO SUL CONFLITTO DI INTERESSI NELLA SANITÀ

Descrizione della proposta referendaria

Con questo quesito referendario si cerca di impedire la tendenza alla privatizzazione dei servizi per la salute ed il conflitto di interessi nell’allocazione degli ingenti fondi pubblici per la sanità.

Il quesito vuole cancellare una previsione di legge per cui le Regioni, cui compete la gestione del sistema sanitario a livello territoriale, possono ammettere la partecipazione nella programmazione della sanità anche di soggetti privati i quali, essendo coinvolti nella gestione, si trovano così in conflitto di interessi.

In conseguenza di questo conflitto “endemico”, le ingenti risorse pubbliche spese per la sanita’ finiscono lontane da quegli ambiti in cui i ritorni per i privati sono piu’ limitati. Fra questi, come tragicamente confermato durante la pandemia, le terapie intensive e la medicina di prossimita’. Anche al di la dell’ emergenza pandemica, la conseguenza del conflitto di interessi è sotto gli occhi di tutti: l’accesso alle cure, che dovrebbe essere gratuito e garantito in modo efficiente a tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito, è divenuto difficoltoso per coloro che non riescono a sostenere i costi per cure private o semi-private (in convenzione).

Come cittadini, abbiamo il diritto di vedere assegnati i fondi alla medicina di prossimità e alle terapie intensive anche se questi settori rendono poco ai privati.
L’ Italia spende per la sanità il 7% del suo PIL, una cifra enorme. Essa deve andate dove serve di più non dove si fanno più profitti.

Occorre chiarire che il referendum non vuole escludere i privati convenzionati dalla gestione sanitaria che spesso, soprattutto se no profit, svolgono in modo egregio. Vogliamo escluderli dalla programmazione che deve essere invece esclusiva responsabilita’ del pubblco e libera da conflitti di interesse.

Testo formale del quesito referendario

Richiesta di referendum abrogativo (23A01449) (GU Serie Generale n.53 del 03-03-2023)

«Vuoi tu abrogare l’art. 1 (Programmazione sanitaria nazionale e definizione dei livelli uniformi di assistenza), comma 13, decreto legislativo n. 502/1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421 (Gazzetta Ufficiale n. 305 del 30 dicembre 1992 – Supplemento ordinario n. 137)) limitatamente alle parole “e privati e delle strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale”?»

 
 

QUESITO SULL’INVIO DI ARMI

Descrizione della proposta referendaria

Il nostro ceto politico, tanto di maggioranza quanto di opposizione, ha deciso, salvo lodevoli eccezioni, di destinare ingenti somme di denaro alla produzione di armi da inviare all’Ucraina. Noi riteniamo che il popolo italiano in maggioranza non sia d’accordo e con quesito referendario intendiamo provarlo.

Anziché ricercare soluzioni diplomatiche, si coglie l’occasione per produrre armi (e fare profitti) presentandole come necessarie per la pace. Ci proponiamo allora di impedire la possibilità che venga rinnovato l’invio di armi, mezzi, equipaggiamenti e materiali militari ai Paesi coinvolti nel conflitto in corso.

Se, infatti, l’esito del referendum dovesse essere positivo, per i partiti non sarebbe più possibile introdurre altre leggi che autorizzino di nuovo il finanziamento della guerra.

Chiariamo: non è questione di parteggiare per l’uno o per l’altro schieramento.

Con questo referendum si ha a cuore solo la pace che si raggiunge limitando gli armamenti e certo non inviandone di sempre piu’ potenti in teatri di guerra. Le armi uccidono moltitudini di civili e militari sia russi che ucraini e arricchiscono piccoli gruppi di miliardari senza scrupoli che controllano il complesso militare industriale globale.

Testo formale del quesito referendario

Richiesta di referendum abrogativo (23A01448) (GU Serie Generale n.53 del 03-03-2023)

«Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorita’ governative dell’Ucraina), convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023 nelle parole: “E’ prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorita’ governative dell’Ucraina, di cui all’art. 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalita’ ivi stabilite.”?»

QUESITO SULLA DEROGA ALLA NORMA SULL’INVIO DI ARMI CON DCM

Descrizione della proposta referendaria

Un secondo quesito sulla guerra e’ stato presentato dal Comitato Ripudia la Guerra. Esso vuole togliere al Governo il potere di derogare il divieto di esportazioni di armi in teatri di guerra attraverso la semplice informativa al Parlamento. Se questo referendum avesse successo ,ogni decisione futura volta a inviare armi in teatri di guerra, richiederebbe una legge formale e dunque la piena assunzione di responsabilita’ politica del Parlamento. Generazioni Future e Ripudia La Guerra, considerando complementari e mutuamente rafforzativi i quesiti li hanno raggruppati sotto la denominazione “Italia per la pace”.

Testo formale del quesito referendario

Richiesta di referendum abrogativo (23A01743) annunciata nella “Gazzetta Ufficiale” Serie generale  n. 64 del 16/3/2023.

«Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “6. L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere” limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”?».


Marco Palombo

Invito a firmare una petizioni critica verso i mondiali di calcio in Qatar

2022-11-21 12:57:44

Sono iniziati i mondiali del Qatar,

l' Italia ha inviato una missione militare per proteggere la sicurezza dell' evento, 560 militari italiani impegnati,  che ci costeranno 10 milioni di euro, ma il Qatar nel 2021 è stato il primo cliente di armi italiane, quindi va trattato bene-

Vi invito a firmare allora la petizione che segue, magari mettendo a commento della firma questi due altri motivi, che ritengo molto importanti e poco o nulla citati in questi giorni.

https://www.petizioni.com/la_rai_prima_di_ogni_partita_dei_mondiali_informi_sui_diritti_negati_in_qatar

 


Marco Palombo

5 novembre convergiamo e rilanciamo-----a Roma anche contro le armi all' Ucraina e la NATO

2022-11-01 08:49:42

https://www.pressenza.com/it/2022/10/5-novembre-convergiamo-e-rilanciamo/

 

5 NOVEMBRE CONVERGIAMO E RILANCIAMO

Evitare una guerra nucleare e una catastrofe umana e ambientale sono le priorità assolute. Per questo ci auguriamo che centinaia di migliaia di persone manifestino con i colori arcobaleno della Pace, in Italia, come nel resto d’Europa e del mondo.

Tuttavia riteniamo necessario sottolineare che chi sceglie PACE E NONVIOLENZA, chi rifiuta la logica della guerra e si propone di creare «le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili», d’accordo con il Papa,

non si erge a giudice che condanna, e rifiuta l’interpretazione lineare e semplicistica della struttura vittima-aggressore,

ma va a cercare sin dalle origini del conflitto la complessa rete di bisogni, aspirazioni, interessi da ascoltare e comprendere per poter avviare un processo di riconciliazione tra popoli riconoscendo le molteplici responsabilità. Un groviglio di fattori culturali, sociali, religiosi, economici e politici che nel crocevia storico dell’ultimo secolo ha creato muri e irrigidimenti nazionalistici, piuttosto che reciproca accoglienza e co-esistenza nella prima civiltà planetaria della storia. 

Alla luce di una rinnovata sensibilità che avanza nella convergenza delle diversità, contro qualsiasi discriminazione e nell’ambizione ad una vita degna, giustizia e progresso per tutte, tutti e tutto sul pianeta, è evidente quanto siano fallimentari e anacronistiche questa guerra, questa polarizzazione NATO-Russia, questo sistema economico e poi politico basato su armi, consumo e fonti non sostenibili e soprattutto che punta all’arricchimento e la selezione di pochi, affamando e privando di progettualità e futuro una percentuale sempre maggiore della popolazione mondiale. 

Questo sistema disumano e violento è fallito e nell’ultimo colpo di coda rischia di creare danni irreparabili, per questo è necessario rilanciare con fermezza la necessità di risoluzioni che possano portare realmente e rapidamente a tavoli di negoziato, per arrestare subito la follia della guerra e prima che un incidente o una provocazione di troppo degeneri in un disastro nucleare.

Per questo INVITIAMO TUTTE E TUTTI A IMPEGNARSI A SOSTENERE QUESTE ESIGENZE:

  • Cessate il fuoco immediato e ritiro delle forze militari dai territori coinvolti sotto la supervisione ONU e dislocamento dei Corpi Civili di Pace per il monitoraggio del cessate il fuoco, il supporto a tutte le vittime del conflitto e il contributo alle attività di costruzione della pace.

  • Stop immediato all’invio di armi e all’aumento delle spese militari, perché una risposta violenta alla violenza non porta la Pace, perché alimentare il conflitto non è mai giustificabile, né creerà le condizioni del dialogo necessarie a raggiungere soluzioni concordate e soprattutto perché LE POPOLAZIONI CIVILI COINVOLTE NON VOGLIONO PIÙ NÉ MORTI NÉ FERITI.

  • Ritiro delle sanzioni che solo alimentano una guerra economica che colpisce le popolazioni. 

  • Impegno concreto dei governi europei per aprire il dialogo nei tavoli diplomatici, aperti a tutte le parti sociali e soprattutto al contributo delle donne nello spirito della Risoluzione ONU 1325 (2000).

  • Firma e ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari da parte di tutti i governi, ad iniziare da quello italiano e quelli europei.

  • Contrastare e risolvere le conseguenze economiche, energetiche, alimentari, migratorie scaturite dalla guerra e dalle speculazioni finanziarie, sollecitando la conversione ecologica ed eliminando a priori ipotesi di gas liquido/rigassificatori e nucleare civile.

  • Scioglimento della NATO, un’alleanza che obbliga i Paesi membri ad essere complici delle guerre e degli interessi dell’industria bellica e lotta contro le basi e le servitù militari presenti nel nostro Paese, già troppe volte usate come piattaforma di lancio di guerre in giro per il mondo.

Per sottoscrivere vedi articolo Pressenza

L’appuntamento per tutte/i coloro che vorranno sostenere questo appello a CONVERGERE E RILANCIARE è alle 13,00 in Piazza dell’Esquilino per dare l’opportunità a chi può di partecipare all’ASSEMBLEA NAZIONALE PER LA PACE,LA GIUSTIZIA SOCIALE E AMBIENTALE, CONTRO LE DISEGUAGLIANZE E L’ESCLUSIONE alle 11,00 in Piazza Vittorio Emanuele II (www.5novembreinpiazza.it). Invitiamo tutte/i a venire con bandiere della Pace e cartelli che riportino le suddette ESIGENZE.

 

Iniziativa Convergenza: Fronte Umanista Europe for Peace; La Comunità per lo Sviluppo Umano; W.I.L.P.F. Italia; ManifestA; Mondo Senza Guerre e Senza Violenza; Energia per i Diritti Umani – Onlus; Lista Civica Italiana; Rete Sociale in Movimento; Associazione Per i Diritti Umani; Pressenza - Agenzia stampa internazionale per la pace, la nonviolenza, l'umanesimo e la nondiscriminazione; Ecoistituto del Veneto Alex Langer;

Michele Boato direttore rivista Gaia; ODISSEA, Blog di cultura, dibattito e riflessione diretto dallo scrittore Angelo Gaccione; 

Gianmarco Pisa (operatore di pace); Tina Napoli (esperta politiche dei consumatori); Marco Palombo (attivista contro la guerra); Giuseppe Bruzzone (obiettore di coscienza); Elio Pagani (attivista contro la guerra e promotore della ricerca sullo statuto giuridico delle armi nucleari in Italia); Patrick Boylan (attivista contro la guerra e nel comitato Free Assange Italia);Silvia Nocera (Multimage, casa editrice per i diritti umani); Valentina Ripa (attivista per i diritti umani e membro del Direttivo del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli); Vincenzo Brandi, (Rete NO WAR Roma); Norma Bertullacelli (insegnante pacifista, Ora di Silenzio contro la guerra, Genova); Diego Pertile (amministratore pagina FB No armi in Ucraina - Vicenza); Flavia Lepre (Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del territorio-Campania); Silvia Galiano ( attivista eco-femminista di Catanzaro); Ireo Bono (medico attivista contro la guerra); Bruna Bianchi (scrittrice, ex Docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo all'Università Ca' Foscari di Venezia)

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Marco Palombo

Il dibattito sulle armi all' Ucraina continua dopo 16 giorni

2022-03-16 15:04:13

Il Consiglio dei Ministri del governo Draghi ha deliberato l' invio di armi all' Ucraina il 28 febbraio.

Oggi 16 marzo in Italia continua il dibattito tra pacifisti ed interventisti, cioè tra chi non intende partecipare in nessun modo al conflitto armato e chi invece ritiene giusto partecipare, o direttamente o inviando armi.

Le notizie certe sono che non sappiamo quante armi e quali stiamo inviando all' Ucraina, non sappiamo il costo di queste forniture, non sappiamo chi le userà. Infatti, come già anticipato nella petizione, l' Ucraina aveva già nelle sue leggi la possibilità di arruolare militari mercenari stranieri.

L' altra notizia certa  è che l' Ucraina spinge sempre per un coinvolgimento maggiore della NATO al conflitto. Intanto Biden annuncerà, secondo media statunitensi, la fornitura di armi all' Ucraina per un miliardo di dollari.

l' Italia sta mobilitando inoltre le sue Forze Armate in modo sempre più indirizzato verso la partecipazione attiva ad un conflitto.

Quello che invece non è detto esplicitamente ma solo in qualche momento del diluvio di informazione sulla guerra, è

che Italia e alleati hanno come obbiettivo di rovesciare il governo di Putin. In Italia l' hanno detto esplicitamente Emma Bonino e il senatore Faraone di Italia Viva.

Questa ipotesi sembra al momento assai improbabile e

intensificare l' aggressività militare, economica e propagandistica contro la Russia, vedendo questo immenso paese solo come blocco passivo di decine di milioni di persone al guinzaglio di un dittatore cattivo, è una strada da non percorrere.

Dieci anni fa, paesi occidentali, petromonarchie del Golfo e Turchia hanno fatto questa scelta, guerra continua, per sconfiggere il dittatore Assad, presidente della Siria. Dieci anni dopo Assad è sempre presidente, la Siria distrutta e con l' Isis la violenza è arrivata anche nel cuore dell' Europa.

Mercoledì 24 marzo a Bruxelles si terranno due importanti vertici: un summit della NATO con la presenza di Joe Biden e il Consiglio d' Europa dei paesi UE, anche a questo appuntamento parteciperà parzialmente il presidente USA. Quel giorno probabilmente capiremo meglio il prossimo futuro del conflitto ucraino. Sarebbe opportuno per indebolire il più possibile le tentazioni belliche partecipare numerosi alle manifestazioni contro la guerra di questa settimana. Le manifestazioni contro la partecipazione dell' Italia alla guerra e non le manifestazioni che chiedono la guerra alla Russia di tutti i paesi NATO:


Marco Palombo



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