CHIEDIAMO IL REINTEGRO NELLA LISTA M5S DI CARLO M. CHIOSSI


Ospite

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2016-03-29 08:29

Riflessione del mattino “ la lettera anonima “
Ma perché, un giorno, a un certo punto, qualcuno decide di inviare una lettera anonima (cartacea o virtuale che sia) ?
Ogni caso ha una motivazione diversa. In tutti i casi, se si ritiene che queste possano concretare gli estremi di una minaccia reale, è certo bene non prenderle alla leggera. Meglio, dunque, rivolgersi alle autorità.
Aldilà degli aspetti pratici e delle “soluzioni” che sono facilmente conoscibili da chiunque incappa nella spiacevole situazione, la reazione doverosa che si dovrebbe avere dinanzi ad un tale accadimento è quella di analizzare, senza pretese di esaustività, i motivi che possono spingere taluno a scrivere una missiva senza firmarsi, e delinearne un potenziale identikit.
Un amore finito ? un tradimento scoperto ?, una crisi lavorativa ?, oppure un attacco di poltronite infettata dalla sete di potere ??? questi e mille altri possono essere i fattori scatenanti.
Certo è che la rabbia provata e la forza con cui, solitamente, si pronunciano alacri e gioiose invettive contro il destinatario dall’alto di un pulpito (ANONIMO), non sono controbilanciate dalla stessa forza, dal coraggio e dalla schiettezza da parte del mittente di firmare le affermazioni fatte.
Ora, questo perché?
Forse perché si è consapevoli che quelle misere scritte altre non sono che falsità dettate dalla rabbia, forse – anzi, quasi certamente- perché non si è in grado di sostenere un confronto diretto con il destinatario (certo che un monologo fatto di cattiverie e falsità può essere redatto anche dalla più povera delle menti, mentre un dialogo o un confronto “all’americana” richiedono qualche dote in più – dialettica e intellettiva - che il povero anonimo mittente di turno, verosimilmente non ha – diversamente, quale maggior soddisfazione per “schiacciare pubblicamente” il proprio nemico di un confronto aperto al pubblico in cui si possa gridare l’infamia e decretare l’ agognata sentenza.
Non pare condivisibile l’appello alla privacy che, quando un’accusa vuole essere presa seriamente in considerazione, deve sempre constare di un soggetto sottoscrivente (lo sa bene chi va a sporgere una denuncia o una querela: anche questa va firmata !) e, aldilà dei risvolti giuridico-legali, par qui di poter concludere che l’autore di una lettera anonima, uno che redige uno scritto anonimamente, è appunto perché, senza cercare il gioco di parole (che però par esserci amico) ha un’anonima-mente: una mente a tal punto anonima da non avere la capacità di sostenere le proprie opinioni e tanto anonima da ignorare persino l’importanza dell’uso aperto del pensiero e della libera manifestazione dello stesso ( principio- diritto Costituzionale ).
Vien quasi da concludere che quello anonimo, dunque, non possa nemmeno assurgere alla categoria del pensiero debole (che sarebbe già qualcosa, in quanto più che un debol-pensiero pare sia un non-pensiero (quale pensiero può essere definito tale, se non può farsi forza di una motivazione e di una fondatezza che non teme il confronto e la smentita?).
Ma soprattutto chi si nasconde dietro lettere anonime può ricoprire incarichi pubblici ????