Una firma per Chuck 6

SONO NUOVO MA PIENO DI SPERANZA

/ #1757

2012-06-28 15:46

RAGAZZI LEGGETE QUESTA STORIA...TUTTA

E’ una fredda mattina di inverno, il sole è appena sorto, e gli uccellini intonano la loro melodiosa sinfonia sui davanzali delle finestre. Una melodia capace di farmi sognare. E quando sto per abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, ecco che sento un piccolo ‘Drin’ , apro gli occhi e mi accorgo che la fonte di quel fastidioso rumore proviene dal computer portatile che la sera prima ho dimenticato acceso dopo aver rivisto ‘Harry Potter e il Principe Mezzosangue’. Una piccola finestra lampeggia impaziente al lato del piccolo schermo, con un clic del mouse la apro. Il mittente è mio zio che abita in Argentina, come mai mio zio con il quale non ho mai sostenuto una vera conversazione mi invia un’e-mail alle 5 del mattino?

Cara nipotina,

Ho preparato quest’e-mail da tanto tempo, credo da quando sei nata, e ho aspettato anni e anni sperando di non dovertela inviare mai. Ricorda: ‘Tu Sei Speciale’. Non odiarmi dopo aver capito di cosa si tratta. E soprattutto non rivelare niente a nessuno.

Con affetto zio Silvestro.

P.S.: Premi ‘Invio’ e questo messaggio si auto- cancellerà.

Sono esterrefatta da questo messaggio, lo leggo e rileggo cercando di capire qualcosa, ma non riesco a capire il significato di quello strano messaggio. Il messaggio dice di premere ‘Invio’ e così faccio. Il mio dito si poggia su quel tasto e una finestra si è aperta per avvisarmi che il messaggio è stato cancellato correttamente. Rimango ancora qualche minuto a fissare lo schermo luminoso, quando una clessidra appare al suo centro ‘Elaborazione in corso’ mi dice. Ma cosa doveva elaborare? Premo più e più volte il tasto ‘Esc’ forse è un virus, la clessidra scompare e rivedo di nuovo il mio sfondo del desktop. Meno male sono riuscita ad evitarlo. Questa strana vicenda mi ha fatto venire nuovamente sete, così mi alzo e mi dirigo in cucina, bevo un bicchiere d’acqua e quando torno in camera mia mi accorgo che lo schermo è diventato nero, mi avvicino e mi siedo davanti ad esso. Centinaia e centinaia di immagini si susseguono una dietro l’altra, i miei pensieri si offuscano, gli occhi mi bruciano, e poi cado a terra.

Apro gli occhi, sono sul mio caldo e comodo letto, ecco allora era solo un sogno, un assurdo sogno. Alzo la testa per guardare che ore sono, le 7 e 30, mi alzo velocemente corro in cucina e trovo tutta la famiglia al completo seduta per fare colazione, mi siedo al mio posto e mia madre con uno scatto di agilità allunga il braccio per toccarmi la fronte e sentire se ho la febbre, poi con apprensione mi versa un po’ di latte nella tazza. < Perche non mi hai svegliata? Devo andare a scuola > domando io, < No oggi non ci vai! > risponde mio padre al posto suo. Forse sono ancora intrappolata in quel sogno assurdo. < Non so cosa avete stamattina, ma io devo andare ho compito di matematica> ribatto io, li fisso tutti uno ad uno, mi guardano come se fossi un’ aliena. < Tesoro ma tu sei svenuta, oggi vieni con me in ospedale e ti faccio fare tutte le analisi > mia madre mi guarda quasi implorandomi. < Ma io devo andare è importante questo compito, sarò svenuta per un calo di zuccheri, lo stress del compito > cerco di dare qualche spiegazione. Alla fine mia madre acconsente, dopo avermi fatto promettere che sarei andata a visitarmi il pomeriggio.

Eccomi adesso sono in macchina l’ansia del compito è sparita, anche se non so fare neanche un esercizio. I miei pensieri sono rivolti a quella mattina, e a tutte quelle immagini, perché mio zio ha scritto non odiarlo?
E perché quel messaggio l’aveva scritto dopo la mia nascita? E perché mi ha ricordato la frase che mi ha sempre detto fin da bambina ‘Tu Sei Speciale’? Tutte queste domande si aggirano nella mia testa, ma adesso devo concentrarmi soltanto per il compito. < Ciao mamma! > scendo dalla macchina, varco il cancello della scuola e qualche minuto dopo sono in classe, seduta nel mio banco, accanto alla mia cara compagna. La professoressa passa per i banchi da i fogli con i testi delle equazioni, li fisso per qualche secondo, e mi succede, i miei occhi si fanno pesanti e nella mia mente si alternano le soluzioni. Cosa mi sta succedendo? Sembra quasi che io abbia l’Intersect come Chuck, ma che assurdità penso quello è soltanto un Telefilm. Mi affretto soltanto a scrivere le soluzioni e consegno. Chiedo alla professoressa se posso uscire e mi fermo fuori la porta, continuo a pensare a quello che mi è accaduto nelle ultime ore. Alla fine sono arrivata all’assurda conclusione che il Telefilm si basa su una storia vera, e che l’Intersect esiste veramente. Ma un dubbio mi assale ancora: Perché mio zio ha voluto dare questo compito proprio a me? Alla fine ho soltanto 14 anni!

Autrice ~ Saphira96