CINTURA di PROTEZIONE per IL PROGETTO DI PIAZZA VERDI LA SPEZIA

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Il capitano

#71 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

2013-07-26 16:12

#68: Dr.Faustus - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Rispondo a Lei ma mi rivolgo a tutti quanti. Sono spezzino e vivo a La Spezia. Per la realizzazione di questo progetto il Comune accende un mutuo per oltre un milione di Euro e nel frattempo sospende le navette da e per i parcheggi per mancanza di fondi. Vi siete resi conto dello stato delle nostre strade fatte di recente e già disastrate? vedete i marciapiedi di questa citta ridotti in condizioni pietose? avete visto come sono abbandonate le piante e le aiuole dei nostri giardini un tempo vanto della città? avete mangiato il pesce fritto al profumo di bottino sulla passeggita Morin? Non vi sembra che vi fossero opere più urgenti da compiere prima di buttare all'aria piazza Verdi? E le future manutenzioni? Sento parlare del passato dissenso  nei confronti di piazza del mercato e di piazza Saint Bon: ebbene lo stesso Federici ha dichiarato che la piazza del mercato è stata un errore e a me sembra che Saint Bon abbia lo squallore di una vecchia piazza bolscevica senza più un pò d'ombra per chi cerca frescura su una panchina. Non è una questione di titoli o di competenze ma solo di scelta del momento giusto.

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Ospite

#72 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

2013-07-27 17:42:29

#71: Il capitano - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Beh insomma citare i pini di Piazza Saint Bon... mi sembra veramente esagerato...lo squalore c'era, eccome, prima del rifacimento, negarlo è negare quell'evidenza che chi abita lì riscontrava quotidianamente.

Non capisco questa sternua difesa di 10 pini, che saranno pure sanissimi, ma sono semplicemente uno spartitraffico tra 4 corsie di bitume...non rendono giustizia alla qualità architettonica della piazza e ne limitano in modo evidente la visione d'insieme. Altre piante saranno piantate in uno spazio concepito finalmente come una piazza con un intervento artistico che certo non potrà peggiorare il caos attuale. Non condivido l'espressione di un generico non mi piace da parte di chi, mi permetto di dire, ha ben poche competenze artistiche e forse non ha gli strumenti per capire. Tutto questo anche, anzi direi, soprattutto a causa di chi sentendosi portatore di interessi collettivi (a quale titolo non si è ancora capito a dire la verità) urla, si indigna malcelando, in molti casi, rancori e ostilità politica che nulla hanno a che fare con l'ambiente o il rispetto dei pini, strumentalizzando l'ignoranza, la buona fede o la naturale ritrosia che molti hanni verso tutto ciò che è nuovo. Può l'Ente istituzionalmente portatore dell'interesse pubblico a seguito di regolari elezioni svilire il lavoro dei tanti soggetti che a vario titolo sono intervenuti nella procedura in nome di, pur legittime, opinioni personali? Secondo me no. Perchè così facendo non vi sarebbe democrazia ma strapotere dei singoli o caos amministrativo. Piaccia o non piaccia quel progetto ha avuto un iter procedurale di approvazione lunghissimo, come del resto accade fin troppo frequentemente in Italia, e, ormai a cose fatte, bloccarlo perdendo il 70% di contributi europei a fondo perduto è aberrante da un punto di vista della gestione della cosa pubblica. Il nostro paese è ben noto in ambito europeo per non essere capace di gestire i finanziamenti e i nostri beni culturali (quelli veri meritevoli della massima protezione da parte delle Autorità competenti) stanno crollando. Tra i circas 80 progetti pervenuti (molti dei quali non a caso prevedevano il taglio dei pini) una Commissione di esperti, al di sopra di qualsiasi bega locale, ha decretato all'unanimità quel progetto come vincitore. Guardate il rendering e cercate di acquisire tutte le informazioni disponibili non solo quelle veramente ed eccessivamente parziali proposte dal Comitato del no. Posso capire l'opposizione politica, posso capire la pretesa che ogni aspetto della complessa procedura amministrativa si svolga nella più rigorosa legittimità, spettacolarizzare la vicenda e soprattutto ricorrere agli esposti in procura va molto oltre quest'ambito configurandosi, a mio giudizio, come un'indebita pressione psicologica su chi è chiamato ad esprimersi a vario titolo (funzionari, tecnici comunali e della Soprintendenza) sulla vicenda. L'appalto dei lavori era inevitabile una volta acquisito il parere della Sovrintenedenza (ribadito anche alla richiesta di chiarimenti da parte del Comitato del no), poi si è fatto ricorso agli esposti e alle denunce, con una intromissione scorretta e di basso profilo, che ha veramente poco a che fare con la tanto decantata democrazia partecipata di cui tanto e, malamente, si parla