ican-nfu
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Una strategia per arrivare dalla proibizione alla eliminazione delle armi nucleari
Promotori: Disarmisti esigenti & Partners
in vista del secondo Meeting, a New York, presso il Palazzo di Vetro dell'ONU, degli Stati parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari (27 novembre - 1 dicembre 2023)
e di appuntamenti successivi per la diplomazia dal baso
Primi firmatari:
Alfonso Navarra - Luigi Mosca - Michele Di Paolantonio - Mario Agostinelli - Sandro Ciani - Giovanna Cifoletti - Antonella Nappi - Daniele Barbi - Ennio Cabiddu - Cosimo Forleo - Alessandro Capuzzo - Guido Viale
Per contattare telefonicamente a New York Sandro Ciani : +49 172 148 9551
Su questa pagina prima testo del working paper in inglese, poi traduzione italiana, infine news connesse.
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A Strategy to move from the legal prohibition to an effective, total and irreversible elimination of nuclear weapons
Working paper submitted by ‘Disarmisti Esigenti’, partner of ICAN
in view of the second Meeting, in New York, at the UN Headquarters, of the States Parties to the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons (27 November - 1 December 2023)
and subsequent appointments for grassroots diplomacy
To contact Sandro Ciani by telephone in New York: +49 172 148 9551
To this end, all 9 countries possessing nuclear weapons, together with their allies, should progressively sit at the negotiating table, and open negotiations depending on favorable opportunities, with the United Nations in the role of recognized mediator, having understood that the possession of nuclear weapons, illusorily justified with the aim of "deterrence", constitutes an unacceptable risk, firstly for themselves.The real danger of a possible nuclear war even just by mistake, accident or sabotage must be placed at the top of the concerns of anyone who cares about the survival of the human species and nature. If on one hand it is up to these states equipped with nuclear weapons to take the initiative of their elimination, it is also up to us, the civil society, to help them reach this awareness also through an exacting pressure from the grassroots.In recent times this risk has been increasing again, mainly due to three factors:1. the total or partial dismantlement of several bilateral or multilateral treaties controlling the nuclear armaments such as the INF (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty), and more recently the CTBT (Comprehensive Test Ban Treaty) and the New-Start.2. the continued modernization of nuclear armaments and especially the development of "mini-nukes", i.e. nuclear weapons of intermediate power between that of the Hiroshima bomb and that of conventional weapons. These “mini nuclear weapons” will be easier to use on the battlefield and would therefore break the “taboo” of using nuclear weapons, with consequences we can easily imagine.3. the possible use of AI (Artificial Intelligence) algorithms in the interpretation of presumed detection of nuclear attacks and, even worse, in the decision-making process for possible retaliation.Consequently, we must focus primarily on these three risk factors to convince nuclear-armed states to decide on global nuclear disarmament. Then, universal membership to the TPNW, the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, should no longer face obstacles.
As a contribution to this approach, we propose to include in the text of the TPNW (Article Nb 1) the prohibition of nuclear weapons, “whatever their power”.
We also propose to integrate the ICAN campaign with the ‘No First Use’ (NFU) of nuclear weapons campaign, under the control of the IAEA (International Atomic Energy Agency), to facilitate the access to the TPNW. The exclusion of a first nuclear strike in all circumstances should be accompanied by measures, again under the control of the IAEA, that make the nuclear war more difficult by error, by incident or by sabotage, such as the 'de-alert’ of the nuclear warheads and the separation of them from their vectors.The TPNW, in article 4, provides a conversion period with some flexibility in the procedure of accession by the States with nuclear weapons and the States housing nuclear weapons controlled by another State. So, in this context, by preparing the coming TPNW Meeting of States Parties, it is desirable to also consider a number of States potentially supporting the TPNW, while not yet ready to fully access to it. This special category of States, assessing the TPNW as an appropriate and useful tool to obtain a world free of nuclear weapons, could also be mentioned in article 4.This is remarkably the case of Germany (see the Foreign minister Annalena Baerbock statement, at the NPT Revision Conference of 2022 in New York, proposing to create a “bridge” between the ‘North (nuclear weapons) States’ and the ‘South States’), among others.
Let’s conclude with Gorbachev’s statement : "If a State wants to be safe, it must first contribute to the security of all other States” : instead, nuclear deterrence' does exactly the contrary !
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Traduzione italiana del working paper
Per questo obiettivo del disarmo nucleare effettivo, tutti i 9 paesi che possiedono armi nucleari (insieme ai loro alleati) dovrebbero sedersi allo stesso tavolo delle trattative, con l’ONU nel ruolo di mediatrice riconosciuta, avendo compreso che il possesso di armi nucleari costituisce un rischio inaccettabile, in primo luogo per loro stessi. Il pericolo concreto di una possibile “guerra nucleare per errore” va messo in cima alle ragionevoli preoccupazioni di chiunque abbia a cuore la sopravvivenza della specie umana sulla Terra. Se da un lato spetta a questi Stati dotati di armi nucleari prendere questa iniziativa, spetta anche a noi, società civile, aiutarli a raggiungere tale consapevolezza anche mediante una “esigente” pressione dal basso. Negli ultimi tempi questo rischio è ancora aumentato principalmente a causa di due fattori: 1. lo sviluppo delle “mini-nuke”, cioè armi nucleari di potenza intermedia tra quella della bomba di Hiroshima e quella delle armi convenzionali. Queste “mini-armi nucleari” saranno più facili da usare sui campi di battaglia e quindi romperebbero il “tabù” dell’uso delle armi nucleari, con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare. 2. il possibile utilizzo degli algoritmi di IA (“Intelligenza Artificiale”) nella rilevazione di attacchi nucleari e, cosa ancora peggiore, nel processo decisionale per un’eventuale ritorsione. Di conseguenza dobbiamo concentrarci principalmente su questi due fattori di rischio per convincere gli Stati dotati di armi nucleari a decidere un disarmo nucleare globale. Quindi, l’adesione universale al TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, non dovrebbe più incontrare ostacoli. Come contributo a questo approccio, proponiamo di includere nel testo del TPNW la proibizione delle armi nucleari, qualunque sia la loro potenza. (Possiamo anche ricordare in questo contesto quanto sosteneva Gorbaciov "Se uno Stato vuole essere sicuro, deve prima contribuire a garantire la sicurezza di tutti gli altri Stati": tuttavia, la 'deterrenza nucleare' fa esattamente il contrario!) Proponiamo di lavorare per armonizzare e integrare la Campagna ICAN con la Campagna No First Use (NFU) perché riteniamo importante schiudere ammorbidimenti e contraddizioni nel fronte nuclearista, già non del tutto monolitico. Sarebbe apprezzabile che l’adozione ufficiale di dottrine sulla deterrenza che escludano un primo colpo nucleare in qualsiasi circostanza sia accompagnato da misure, sotto controllo IAEA, che rendano più difficile la guerra nucleare per errore, come la deallertizzazione delle testate e la separazione delle stesse dai vettori. Il TPNW già, all’articolo 4, prevede un periodo di conversione e una certa flessibilità nelle forme di adesione da parte degli Stati dotati di armi nucleari e degli Stati che ospitano armi nucleari controllate da un altro Stato. Entro la prossima conferenza di revisione, fissata nel 2027, possiamo stabilire una categoria riconosciuta formalmente di Stati “fiancheggiatori” (o altro termine similare) del Trattato. Sarebbero Stati non aderenti a pieno titolo ma orientati positivamente verso il percorso della proibizione giuridica, valutato quale strumento utile e opportuno, compatibile con le istanze di sicurezza globale, per giungere a un mondo senza armi nucleari.
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New York: incontro degli attivisti di ICAN
Domenica 26 Novembre, 10:00-17:00
Brick Church
62 E 92nd St, New York, NY 10128, Stati Uniti
Tale incontro ha lo scopo di preparare gli attivisti della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) al secondo incontro degli Stati parti (2MSP) del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN). All’incontro hanno partecipato circa 250 persone in rappresentanza di 100 paesi.
La direttrice esecutiva di ICAN Melissa Parke ha ricordato come il rischio di un’esplosione nucleare per un possibile errore, incidente o sabotaggio incomba quotidianamente sull’umanità; gli impatti sulle popolazioni che hanno subito i test nucleari (come, ad esempio, il Kazakistan) aprono gli approfondimenti relativi agli articoli 6 e 7, come l’assistenza alle vittime e la bonifica ambientale.
La nascita del trattato nel 2017 a NYC e la conseguente istituzionalizzazione, sta permettendo la sua universalizzazione come perno fondante del disarmo nucleare anche nei confronti del trattato di non proliferazione, pur nella consapevolezza che la pressione sugli Stati nucleari dovrà essere continua ed incessante.
Gli interventi della prima parte si concludono con l’ottima notizia che l’Indonesia sta per ratificare il trattato nei prossimi giorni.
Notizie meno positive emergono durante la seconda parte a causa delle recenti crisi internazionali: di fatto, sia Russia che USA stanno modernizzando i loro arsenali, spingendo conseguentemente anche gli altri 7 Paesi nucleari a seguirli, determinando di fatto un effetto domino anche sui reciproci alleati che verrebbero dotati delle cosiddette bombe tattiche.
Addirittura il numero di nuovi Paesi che acconsentirebbero ad ospitare gli ordigni nucleari in Europa potrebbe aumentare, sino ad un massimo di 9 (6 o 7 in più nella Nato, un paio quelli sotto l’influenza Russa).
Ciò comporta notevoli investimenti economici, rischi per la salute nelle aree dove si sviluppano e si stoccano i nuovi ordigni, il tutto in nome di una deterrenza che usa impropriamente la parola sicurezza ammantandola di significati ideologici; non esiste compatibilità tra le armi nucleari e la sicurezza.
L’incontro si chiude con la denuncia che la Russia sta cercando di espandere il suo programma atomico nel continente Africano; da qui la proposta in discussione presso l’Unione Africana di consentire l’uso e la vendita del loro uranio solo e soltanto a scopo pacifico.
Al contempo negli USA, per chiudere la porta all’influenza dell’industria nucleare, si sta pensando di incidere sui livelli educativi di ogni ordine e grado dando coscienza e consapevolezza agli studenti dei catastrofici impatti di tali armamenti.
Sandro Ciani
Alfonso Navarra Contatta l'autore della petizione