IL 7 GENNAIO “A SCUOLA!”, PROPOSTE OPERATIVE PER UN RIENTRO DURATURO

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Il nuovo DPCM del 2 dicembre 2020, che indica la data del 7 gennaio per il rientro a scuola degli studenti delle superiori (in presenza, massimo al 75%), rende ancora più necessarie alcune misure che il comitato “A scuola!” ha già proposto in un primo documento del 29/11/2020, inviato in varie sedi istituzionali. Tali misure - in ambito territoriale, logistico e sanitario - risultano ancora molto lontane dalla loro implementazione. Questi ritardi potrebbero mettere a rischio la riapertura delle scuole il 7 gennaio o determinare una successiva nuova chiusura al rialzarsi della curva dei contagi. 

LO SFONDO: UN NUOVO PATTO SOCIALE

Per evitare questa indesiderata eventualità, siamo convinti che sia necessario un cambio di prospettiva. I ragazzi, da marzo a oggi, sono stati chiamati a sacrificare il presente e a vivere l’incertezza del futuro. Adesso è giusto che siano altre categorie sociali a fermarsi, nel caso del perdurare dell’emergenza. Chiediamo che la politica si adoperi per un nuovo “Patto Sociale” a tutela dei nostri giovani, necessario anzitutto per un principio di solidarietà intergenerazionale, ma dettato anche dalla visione di futuro che si vuole avere per il nostro Paese. Siamo preoccupati che la mancata attenzione e cura ricevuta dai nostri ragazzi rispetto ai coetanei europei, traducendosi anche in divario di competenza e formazione, possa relegare i giovani a ruoli comprimari nei prossimi anni, con gravi conseguenze per tutto il Paese. Per questo motivo rivolgiamo un appello alle parti sociali - aziende private, sindacati di categoria e istituzioni - perché trovino intese immediate per incentivare il lavoro a distanza per almeno il 50% dei lavoratori, in quei settori e aziende in cui l’attività produttiva lo consente. Lo smart working è stato raccomandato nel DPCM del 1 marzo 2020 e ribadito in quello del 3 novembre 2020 [1].  Ora chiediamo che sia richiesto dal Governo con maggiore incisività e che le diverse associazioni di categoria collaborino attivamente per il raggiungimento di un obiettivo che deve essere comune. Ricordiamo che in Francia, durante il recente lockdown il Governo ha imposto il 100% di smart working[2] a tutte le categorie di lavoratori per cui era attuabile tale modalità.

LA SCUOLA, VARIABILE INDIPENDENTE DAL COLORE DELLE REGIONI

“A scuola!” chiede che la scuola sia considerata dalla politica nazionale e regionale, come una variabile indipendente nelle politiche di lotta al Covid, come accade negli altri Paesi d’Europa, dove, tra l’altro, nonostante le scuole siano rimaste aperte, il contenimento della pandemia ha avuto esiti analoghi ai nostri. Chiediamo quindi che nella definizione delle aree di rischio (le cosiddette zone gialle, arancioni e rosse) non venga mai prevista la chiusura totale delle scuole, di nessun ordine e grado, come invece attualmente previsto per le zone rosse. La scuola dev’essere sempre, anche per le zone rosse, in DDI, con presenza garantita almeno al 50%. Chiediamo che, in questo periodo pandemico, sulla scuola non venga lasciata libertà di intervento ai Governatori: singoli interventi creerebbero situazioni discriminatorie nei confronti di studenti di particolari aree geografiche, in contrasto con i diritti costituzionali.

LINEE GUIDA PER LA SCUOLA

Chiediamo che l’avvio in presenza dal 7 gennaio 2021 sia garantito per tutti gli Istituti fornendo chiare linee guida ai dirigenti scolastici sulle presenze ridotte e alternate degli studenti, anche sulla base dei modelli organizzativi che alcune scuole avevano già messo in atto a settembre con rigorosi protocolli di sicurezza, volti a garantire una Didattica digitale integrata attenta alle esigenze di studenti, docenti e personale Ata. Le carenze di alcuni istituti non devono creare ulteriori disparità, mentre mutuando le pratiche virtuose si aiutano tutte le scuole a ripartire. Chiediamo altresì che venga proposta un’azione di coordinamento tra gli Istituti situati nelle stesse zone affinché gli scaglionamenti orari e le turnazioni siano realmente efficaci.

TRASPORTI DAVVERO CRUCIALI?

Il Comitato “A Scuola!” ha reso pubblico il 9 dicembre scorso un documento relativo ai trasporti pubblici[3] dove, accanto a una analisi di un sondaggio sulla mobilità casa-scuola degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, venivano formulate alcune proposte concrete per non ritrovarsi impreparati all’appuntamento del 7 gennaio. Da quello studio e da altre ricerche, ben più autorevoli, emerge che gli studenti non rappresentano l’unica, e probabilmente nemmeno la principale, causa di sovraffollamento dei mezzi pubblici. Ribadiamo, pertanto, in questa sede che un piano serio di scaglionamenti per gli studenti, coordinato a livello cittadino e provinciale dai Prefetti, deve prevedere azioni altrettanto valide sugli scaglionamenti dei lavoratori. In particolare per la Città Metropolitana di Milano, chiediamo che sia rapidamente attuato il piano di rafforzamento delle linee extraurbane sulle principali direttrici verso la città e che si proceda ad una rapida diffusione e pubblicizzazione del servizio tplinrete.it,  di competenza dell’Agenzia TPL del bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, affinché non vi siano scuse per non consentire, come previsto, la riapertura delle scuole secondarie superiori il 7 gennaio 2021. Chiediamo, inoltre, una massiccia campagna di sensibilizzazione presso gli studenti, affinché la mobilità lenta sia presentata come concreta ed efficace alternativa all’utilizzo dei mezzi pubblici per percorsi casa-scuola fino a 2-3 km.

CACCIA AGLI ASINTOMATICI

Nonostante la presenza di numerosi studi secondo i quali l’impatto della didattica in presenza è minimo sulle curve pandemiche, siamo consapevoli che su questo punto non c’è unanimità tra gli studiosi. Ma mentre la chiusura di negozi e ristoranti causa un danno solo economico, eventualmente risarcibile, per il danno che si sta arrecando ai ragazzi in termini psicologici non ci sono indennizzi[4]. Pertanto, crediamo che la riapertura delle scuole porti con sé un rischio accettabile e, in ogni caso relativo, perché le scuole si sono dimostrate luoghi controllati, dove le norme igieniche vengono rispettate. Di più: le scuole, che raggruppano quotidianamente un numero considerevole di persone tra studenti, docenti e personale Ata possono potenzialmente diventare addirittura un’occasione per individuare i positivi asintomatici, particolarmente numerosi nella fascia 0-18 anni, che sono il vero nodo cruciale nella lotta alla diffusione del virus. Per questo chiediamo l’invio periodico di operatori sanitari nei plessi scolastici per uno screening sistematico ogni 15 giorni con tamponi rapidi. Da qualche mese disponibili, i test rapidi comportano un rischio di falsi negativi, ma a loro incidenza sarebbe comunque statisticamente molto significativa sulla popolazione scolastica totale. 

Per il Comitato “A Scuola!” Primi firmatari:

Anna Boatti, Stefania Cecchetti, Lisa Jucca, Marina Lanfranconi, Mario Pau, Luisa Romanello, Andrea Salvetti.

Milano, 17 dicembre 2020

[1] www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/smart-working/Pagine/default.aspx

[2] Il confronto tra l’Italia e altri Paesi europei nella gestione della pandemia è stato oggetto di un breve studio comparativo svolto dal comitato “A scuola!”, che ha evidenziato come i governi di Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna abbiano optato per una ripartenza della scuola in presenza di ogni ordine e grado con grande anticipo rispetto all’Italia. L’analisi comparativa evidenzia altresì come i suddetti governi abbiano dichiarato la scuola come prioritaria rispetto ad altre attività produttive e sociali per scongiurare l’aumento della disuguaglianza ed evitare costi economici di lungo termine. I nostri vicini europei hanno stilato con largo anticipo piani dettagliati per la ripresa scolastica affrontando, dove ritenuto necessario, il nodo dei trasporti, anche incentivando la mobilità dolce. Si è in generale preferito optare per la chiusura di singole classi o istituti, offrendo continuità pedagogica a tutti gli studenti sottoposti a isolamento e insistendo, come nel caso della Francia, sulla necessità di intensificare il lavoro a distanza. Comitato A Scuola!, Scuola e Covid in Europa: spunti di riflessione, 16 dicembre 2020.

[3] Comitato A Scuola!, Studenti e trasporti nella Città Metropolitana di Milano, dati e proposte, 9 dicembre 2020.

[4] Tra i numerosi studi in questo senso ci preoccupano particolarmente i dati relativi agli aumenti dei tentati suicidi nella fascia adolescenziale nel 2020: www.obiettivonews.it/2020/12/11/torino-aumenta-il-disagio-tra-gli-adolescenti-e-con-esso-i-tentativi-di-suicidio


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