La Palermo che vogliamo
LA PALERMO CHE VOGLIAMO
#laPalermocheVogliamo
Un appello alla partecipazione attiva per la costruzione del programma della città
Questo è l’appello di donne e di uomini giovani e meno giovani di ogni stato sociale e condizione lavorativa che – spinti dal desiderio e dalla volontà di definire un percorso condiviso, utile alla costruzione di una visione e di una pratica politica partecipate, per la crescita sociale e civile della nostra città – intendono creare uno spazio comune di discussione e di confronto, necessario perché non sia più soltanto speranza il tanto agognato riscatto della nostra Palermo. É un appello volto a scongiurare il ritorno al passato quando una politica di stampo clientelare e mafioso la faceva da padrona.
É un invito al confronto, volto ad affermare l’idea della Palermo che vogliamo costruire insieme.
La Palermo che vogliamo è la sfida della resilienza diretta al cambiamento, e alla sostenibilità.
Consapevoli che non sia semplice realizzare un progetto che renda la città di Palermo protagonista di uno sviluppo sostenibile, noi ci impegniamo per la sua realizzazione, considerate l’importanza e la centralità della persona e dell’ecosistema soltanto intorno ai quali la nostra città potrà rigenerarsi.
Chi è l'essere umano oggi alla luce delle tante innovazioni tecnologiche?
Che cosa è la città, creazione umana per eccellenza?
E qual è, nel nostro tempo, il legame che li unisce?
Quale vita si profila nella città in seguito ai nuovi processi di urbanizzazione e globalizzazione?
Le nuove forme di povertà urbana vanno assunte per “date” o sono ancora evitabili?
È possibile costruire una speranza, e con quali strumenti di cambiamento che possano ridurre le condizioni di sofferenza e di marginalità?
È possibile realizzare una società in cui la Cura venga messa al centro della politica, come relazione umana con il mondo che ci circonda?
In un mondo sempre più globalizzato crescono le polarità sociali, l'urbanizzazione scriteriata e si acuisce la crisi ecologica. La grande sfida etica del XXI secolo della riduzione della povertà e delle disuguaglianze, deve combinarsi con quella ecologica, materializzandosi appunto nella costruzione di una “città a misura della persona e della comunità”.
È in questa prospettiva il riconoscimento del ruolo rilevante della città nella promozione di uno sviluppo umano socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibile. I diversi contributi confluiti nel nostro percorso propongono approcci e costruiscono risposte sul piano degli strumenti atti a realizzare un cambiamento delle politiche di sviluppo urbano e territoriale: da quelli ambientali ed ecologici a quelli economici e finanziari, a quelli istituzionali e organizzativi, anche con riferimento ad esperienze positive già realizzate.
Si prospettano qui dei concreti segni di speranza da cui poter partire per il nuovo progetto di sviluppo della nostra città dove tutte e tutti devono essere protagonisti a diverso titolo.
Cosa occorre, allora, per attuare questo progetto ed il raggiungimento di tale obbiettivo?
Riteniamo, come scrive Papa Francesco nella Laudato si', che "abbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi. Molte volte la stessa politica è responsabile del proprio discredito, a causa della corruzione e della mancanza di buone politiche pubbliche".
Governare una città, qualunque città, a maggior ragione una città del sud, non è cosa semplice. La moltitudine delle sue funzioni e l’impatto che queste hanno sulla vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini danno la misura della complessità delle scelte che chi amministra deve compiere. Il risultato di tale complessità spesso si traduce in una insoddisfazione diffusa verso gli stessi che amministrano, anche nelle migliori esperienze.
Il governo di una città è cosa molto diversa dagli altri livelli di amministrazione della cosa pubblica, in quanto il rapporto con le cittadine e con i cittadini è diretto e, trattando soprattutto servizi, incide sulla qualità della vita.
Una città che garantisca i diritti ai suoi abitanti può esistere solo se questi, in prima persona, esercitano il proprio “diritto” alla partecipazione. Partecipazione come esercizio democratico ma anche come assunzione di responsabilità nei confronti della città in quanto bene comune, che recupera il rapporto con le sue piazze e i suoi quartieri, con la partecipazione della gente alla gestione dei servizi, policentrica e accessibile in ogni sua parte, con una fitta rete intermodale di sistemi di trasporto per una mobilità sostenibile.
Dobbiamo sentire come prioritario il nostro diritto-dovere di partecipare alle scelte che meglio possano rispondere ai nostri bisogni.
È questo un alto concetto di politica, l’unico in grado di fronteggiare emarginazione, ingiustizia sociale, disuguaglianze e mancanza di lavoro prodotte dall’economia liberista e dai poteri forti locali.
Per attuare questa nuova politica abbiamo dalla nostra parte la Costituzione – che dobbiamo pretendere che si applichi in tutti i suoi articoli – e la consapevolezza che occorre cambiare il modello di sviluppo, puntando ad un’economia autocentrata ed ecosostenibile, per garantire il futuro alle nuove generazioni.
Occorre creare una Palermo più a portata dei giovani, della next-generation, che anche essa possa percepire la dimensione di città come bene comune, una Palermo che diventi pertanto promotrice del coinvolgimento delle nuove generazioni dando ad esse la possibilità di essere protagoniste della città del futuro, capace di valorizzare le differenti energie giovanili ed essere in grado di diventare punto di attrazione a livello europeo e mediterraneo.
Per tutto ciò, riteniamo necessario creare un “campo largo” di donne e di uomini che, ogni giorno, si battano per i diritti, per la legalità, per la difesa del territorio dal disastro ambientale: organizzazioni di base, associazioni, comitati, movimenti, militanti politici, singole cittadine e singoli cittadini, sono i soggetti che possono scendere in campo per costituire quest’area sociale, negata solo ai mafiosi e ai loro amici, a corrotti e corruttori, a fascisti e razzisti, per una nuova politica della città.
Quest’appello alla partecipazione attiva ha come obiettivo la creazione di luoghi di discussione e confronto, che chiamiamo cantieri per il programma, che diventino quel laboratorio politico culturale che ci permetterà di mettere in moto quel processo nuovo e partecipato per costruire un fronte largo e progressista, forte e coeso, in vista del 2022: per fare di Palermo la città che vogliamo.
Su incarico del coordinatore di “Noi che” è stato redatto da Francesco Lo Cascio, Vincenzo Lombardo, Alberto Mangano, Maurizio Toscano, Caterina Altamore, Giorgio Pace, Riccardo Botta, Francesco Campanella, Valentina Chinnici, Francesco Liotti, Carmelo Piparo, Gaspare Semprevivo
Si può firmare questo appello al seguente link https://www.petizioni.com/la_palermo_che_vogl
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