CINTURA di PROTEZIONE per IL PROGETTO DI PIAZZA VERDI LA SPEZIA


Ospite

/ #87 Re: Vi prego, la verità su Piazza Verdi

2013-08-13 09:25

#86: Pino Domestico - Vi prego, la verità su Piazza Verdi 

Non capisco queste affermazioni dispensate a mo' di sentenze come se rappresentassero la verità assoluta. Non capisco neppure che istanze individualistiche possano essere spacciate come espressione della volontà dei cittadini. Ritengo che i pini, che per lei rappresentano una parte fondante della facies storica della piazza, siano, più realisticamente, uno spartitraffico, peraltro mal messo, inserito all'interno di uno spazio urbano attualmente occupato da 4 corsie di asfalto che tutto è fuorché una piazza e che ostruiscano la visione della prospettiva architettonica nel suo insieme.

Il procedimento amministrativo riguardante la piazza ha avuto inizio oltre 3 anni fa. Tutti gli atti rigurdanti la stessa sono stati pubblicati sul sito del Comune. Un procedimento amministrativo come questo, complesso e articolato e con diversi soggetti istituzionali e non coinvolti, può essere carente ma gli eventuali elementi mancanti possono essere sanati senza per questo ricorrere ad esposti in procura, del tutto eccessivi rispetto al diritto amministrativo, ricorsi al TAR e a quella spettacolarizzazione a cui stiamo assistendo da mesi, che, onestamente, si fa fatica a comprendere e, ancor meno, a giustificare anche perché desta il forte sospetto di una strumentalizzazione per ragioni, purtroppo, molto meno nobili della difesa dell'ambiente e del patrimonio artistico e architettonico. Stupisce che Legambiente nazionale non abbia altre e ben più serie questioni di cui occuparsi, in un paese devastato dalla cementificazione selvaggia e dall'abusivismo dilagante, rispetto a 10 pini, peraltro fino a poco tempo fa, del tutto ignorati dalla cittadinanza di assai dubbia caratterizzazione dello spazio che occupano - da spezzino non ricordo di aver mai sentito definire Piazza Verdi come la piazza dei Pini -.

Lei ritiene che la piazza non abbia bisogno della valorizzazione architettonica. Io, personalmente, sì. E ritengo che il progetto Vannetti vada proprio in quella direzione. Il taglio dell'alberatura/spartitraffico non a caso è prevista in buona parte dei progetti presentati (che, tra l'altro, sono stati esposti al Camec e quello vincitore anche in Piazza Verdi). Non capisco cosa si intenda per partecipazione dei cittadini alla progettazione di uno spazio anche perché, aldilà dellla retorica anti istituzionali dominante in questo periodo, sappiamo tutti molto bene quanto sia difficile attuare, in pratica, tale decantata partecipazione che sfocia facilmente in un caos inconcludente. La retorica su Piazza Verdi è, a mio giudizio, emblematica dello stato di totale immobilismo in cui versa il nostro paese, incapace com'è da sempre, di utilizzare e gestire fondi europei (che non a caso si chiamano fondi per lo sviluppo) e che, nel caso in esame, ammontano al 70% dei costi di realizzazione attribuiti a fondo perduto.

Ritengo che la Soprintendenza, che ha espresso parere favorevole al progetto nel mese di Dicembre 2012 ribadito in sede di chiarimenti richiesti dal Comitato del no nel mese di Aprile 2013, abbia agito in modo irrituale, forse perché spinta dagli esposti in Procura che non dovrebbero rientrare in un procedimento amministrativo, nel richiedere la sospensione dei lavori. Ritengo, altresì, che i funzionari della Soprintendenza, se avessero ravvisato l'interesse storico - culturale del sito, avrebbero agito d'ufficio, fin dall'inizio, senza rilasciare il prescritto parere. Ritengo, inoltre, che la relazione predisposta dal Dirigente del Comune in merito alla datazione dell'alberatura, rispetto alla quale altri esposti in Procura sono stati "diligentemente" depositati, sia solo un atto prodromico (la cui valenza giuridica di atto pubblico è quanto meno dubbia) che certo non può, a meno di considerare i funzionari della Soprintendenza incapaci di effettuare un'autonoma valutazione sulla base della documentazione e dei rilievi fotografici che sicuramente sono stati presentati come allegati alla pratica, essere vincolante rispetto alla decisione ultima.

Fa specie che un "non mi piace" o che ragioni individualistiche facenti leva sulla memoria individuale o, addirittura, su ragioni spiccatamente egoistiche come quelle di una decina di commercianti, preoccupati delle loro casse, più che del bene collettivo, possano essere elevati al rango di interessi superiori cui tutti dovrebbero sottomettersi, così come fa specie che, a fronte di firme prestigiosissime (da Anish Kapoor a Cattelan) del mondo dell'arte e dell'architettura, si continui a portare avanti una stucchevole polemica sostenuta, quando va bene, dalla miopia di chi si è scoperto da un giorno all'altro tecnico, architetto, artista e curatore senza averne titoli e comptenze.