No alla riapertura al CULTO della Chiesa della TRINITA' a Potenza


Ospite

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2012-05-08 12:27

L'INCHIESTA/Chi comanda nelle città
Potenza tra delitti e consorterie - Misteri noir e lotte di potere
dal nostro inviato ALBERTO STATERA - “LA REPUBBLICA”

PASSI il Basento, scali a ottocentodiciannove metri sul livello del mare Potenza, da due secoli il capoluogo regionale più alto d'Italia, dove come dice il proverbio "a Santa Caterina la neve sova a spina", e pensi di trovarti nel "reality show" più appassionante dell'anno. Belle "gnocche" come qui non si sono mai viste - così dice il barista che serve il caffè a giudici, avvocati e giornalisti vicino al palazzo di Giustizia - Lele Mora che sgambetta in passerella al comando di una coorte di ragazze squittenti e prorompenti.

E poi il ciglioso piemme biondo che fa impazzire il mondo e tanti "Vipps", che Mina, signora un po' snob, su "La Stampa" ha ribattezzato "Pipps". E invece altro che "vallettopoli" e "puttan tour". Appena arrivi in cima alle scale di Potenza, che il sindaco Vito Santarsiero chiama la "città verticale", ti senti risucchiato in un cupo romanzo gotico: potere, politica, soldi, speculazioni, sesso e assassinii. Altro che veline.

Sì, perché in questo ex borgo montanaro, voluto capoluogo regionale da Giuseppe Bonaparte nel 1806, che vide tra i suoi cittadini Giustino Fortunato, vagheggiatore della nascita di una moderna borghesia imprenditoriale nel Mezzogiorno, in questa capitalina di 69 mila abitanti, tra monti bellissimi, ma di una bruttezza palazzinara che fa male all'anima, c'è un tasso di omicidi irrisolti che dev'essere proporzionalmente il più cospicuo d'Italia. Non tanto gli omicidi di camorra, di mafia, di 'ndrangheta, che pure qui arrivano ma che altrove non si contano neanche più. Ma casi in cui s'intrecciano potere, politica, massonerie, magistratura, corruzioni, abusi, sesso e droga.

Tanti misteri alla Montesi. Chi non ricorda il caso di Wilma Montesi? La ragazza fu trovata morta sulla spiaggia di Torvajanica, litorale di Roma, dopo una notte di festini. Quella morte aprì una partita all'ultimo sangue nella Democrazia cristiana, con le dimissioni del ministro degli Esteri Attilio Piccioni, per i sospetti sul figlio Piero, musicista e viveur, che in realtà quando Wilma fu uccisa si trovava in Costiera Amalfitana con Alida Valli, sua amante del momento, come poi testimoniò l'ex ministro Paolo Emilio Taviani. Lo scandalo favorì l'ascesa nel partito di Amintore Fanfani. Emilio Colombo, ex presidente del Consiglio, ex ministro in decine di governi, tuttora venerata icona cittadina e nume tutelare di Potenza, era giovane, ma di quell'epoca ha sicura memoria.

Qui, oggi come allora, la partita incrocia i partiti, ma non è solo politica, coinvolge pezzi rilevanti di magistratura e di società, la nuova borghesia locale fatta soprattutto di burocrati, non quella sognata da Giustino Fortunato, né quella contadina dell'Ottocento e del Novecento dei Ricciuti, dei Lioy, dei Santangelo, dei d'Errico, dei Lacava. A incrementare le inchieste incrociate c'è un Robin Hood locale "antimagistratura corrotta".