No ai tagli alle piante organiche dei Ricercatori del CNR

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Ospite

#1

2015-07-14 14:23

perché spero che il Ministro sia più lungimirante della governance del CNR

Ospite

#2

2015-07-14 14:27

Ritengo utile che non vi siano tagli alla pianta organica dei ricercatori CNR

Ospite

#3

2015-07-14 20:54

Ho firmato perchè lavoro dal 1990 ad oggi per il CNR attraverso borse di studio, posizione di ricercatore a tempo determinato ed indeterminato. Ho un un CV adatto ad una posizione di dirigente di ricerca e sono ancora ricercatrice III Livello e guadagno quanto un tecnico. Dal 2010 ad oggi ho portato e gestito circa 2 milioni di euro per il mio istituto. Oggi larga parte del bilancio dell'ente è incrementato dai ricercatori è quindi impensabile non prospettare avanzamenti di carriera e retribuzioni idonee! In sintesi la valenza scientifica del nostro lavoro non è più il solo motivo, anche se importantissimo, per avanzamenti di carriera.

Ospite

#4

2015-07-15 03:10

Che vantaggio avrebbe l'Italia dalla distruzione di una sua quasi centenaria istituzione di Ricerca? Con un vantaggio meramente economico del tutto irrisorio?

Ospite

#5

2015-07-15 11:33

perchè i ricercatori sono la vita del CNR e gli amministratori ed i tecnici sono soltanto di supporto ai ricercatori. Tagliare i ricercatori a beneficio degli altri porterà ad un degrado dell'Ente.
gattopardomania

#6

2015-07-16 09:17

La buona ricerca viene vilipesa dalla burocratizzazione e non ha bisogno di supertecnici. Necessita solo di ricercatori motivati.


Ospite

#7

2015-07-17 08:50

L'accresciuto ruolo degli impiegati tecnologi, tecnici e amministrativi sui ricercatori è il risultato della trasformazione della logica che vedeva i finanziamenti come uno strumento al servizio della ricerca scientifica alla logica che vede la ricerca scientifica come strumento per l'acquisizione di finanziamenti.

In quest'ultima ottica è solo naturale che chi amministra esista e si riproduca e reclami il diritto a fare carriera in misura proporzionata all'inversione logica anzidetta.

Questo sarà anche il giustificabile segno dei tempi, soprattutto tempi di crisi economica, ma la ricerca scientifica è altra cosa: chi ci dirige lo sa ed esige che chi la ricerca la fa continui a farla con la spinta propulsiva dell'entusiasmo sottoinquadrato. E della progressiva mancanza di quell'altra cosa, che viene lentamente ed inesorabilemente erosa, risentiranno le generazioni dei nostri figli.

Ospite

#8

2015-07-17 09:52

Perché trovo contraddittorio che tutti si riempiano la bocca con la ricerca scientifica e poi, sottobanco, la affossano.

Ospite

#9

2015-07-17 10:39

Ritengo fondamentale la presenza, il mantenimento , il rafforzamento di una robusta presenza di personale formato , qualificato e motivato che serva da elemento trainante anche per i giovani ricercatori che possono in tal modo avvalersi di esperienza e competenze consolidate.

Ospite

#10

2015-07-20 19:08

Perchè negare una carriera ai ricercatori significa costringere i migliori a fuggire dall'Italia

Ospite

#11

2015-07-21 16:40

Sono una voce dissonante nel coro di questi commenti. Ho firmato la petizione perché sono nettamente contrario all'idea di certo sindacato che si debbano usare profili da ricercatore per sistemare valanghe di precari. E ancora peggio che si debbano sacrificare profili da ricercatore per promuovere stuoli di amministrativi. Sono totalmente contrario alla logica secondo cui l'anzianità debba prevalere sempre e comunque sul merito. Però non sono nemmeno convinto (e mi sa ugualmente di corporativismo non del tutto sano) che il numero, seppur "teorico", di primi ricercatori e dirigenti di ricerca debba essere superiore a quello di ricercatori del III livello. E neppure mi convince l'idea che un ricercatore sia produttivo solo se ha prospettive di carriera in casa (perché alla fine, nel sistema distorto italiano, si fa carriera, eventualmente, solo in casa, al contrario di quel che succede in altri posti). Quindi, in fondo, firmo ma preferirei sindacati impegnati in battaglie di altro tipo, per ottenere finanziamenti più importanti e, soprattutto, più regolari e meglio distribuiti, reclutamenti regolari, concorsi che non durino anni e che siano aperti a tutti (senza privilegi per i candidati interni, i figli di militari o di invalidi di guerra, senza escludere praticamente del tutto i candidati stranieri), una corretta proporzione (e ripartizione "geografica") tra ricercatori, tecnologi e tecnici (intesi come personale di supporto alla ricerca sperimentale, non tecnici amministrativi!). Anche fossimo tutti dirigenti di ricerca il CNR non sarebbe più competitivo di ora con i suoi omologhi di altri paesi.


Ospite

#12

2015-07-23 12:11

Molti ricercatori di media anzianità se ne stanno andando all'estero perché qui da noi non ci sono molte speranze di carriera (basta vedere la triste storia dell'art 15 al CNR). Tagliare ancora le possibilità di carriera mi sembra assai miope

Ospite

#13

2015-07-26 12:11

Negli ultimi anni ho visto partire a malincuore molti ricercatori del mio ente per mancanza di prospettive di carriera. In particolari quelli che per gli ottimi CV trovavano facilmente posizioni altrove. Spero che questa decisione sia rivista.

Ospite

#14

2015-07-31 07:12

Poiche nessun ente di ricerca italiano o estero ha una simile pianta organica

Ospite

#15

2015-08-05 11:03

Perche' ho sempre ritenuto assurda la gestione delle piante organiche da parte dell'ente. Cosi' pure e' assurda la differenza di retribuzione tra i vari livelli: dovrebbe essere assai minore a vantaggio dei ricercatori e primi ricercatori. Nei prossimi rinnovi contrattuali dovrebbe essere evitato un qualsiasi incremento di retribuzione dei dirigenti di ricerca a vantaggio del loro incremento di numero nella pianta organica.

Ospite

#16

2015-08-05 11:41

Ritengo che nell'ambito della dotazione organica dell'ISAFoM siano troppi, in funzione del numero di ricercatori in servizio, coloro inquadrati nel III°-VIII° livello. Oltretutto, molti di loro non sono idonei per il titolo di studio posseduto (es.un perito industriale al posto di un perito agrario, ecc.) alle mansioni che dovrebbero svolgere.