SALVIAMO LE EDICOLE!
ALLA LUCE DALL’ATTUALE SITUAZIONE IN CAMPO EDITORIALE, NOI SOTTOSCRITTI EDICOLANTI , COME PARTE IN CAUSA, MA COMPONENTE DECISAMENTE FONDAMENTALE IN QUANTO DETTAGLIANTI E ULTIMO ANELLO DELLA FILIERA, SIAMO QUI AD EVIDENZIARVI, I PUNTI DA VALUTARE E SERIAMENTE PRENDERE IN CONSIDERAZIONE PER LA NOSTRA SOPRAVVIVENZA.
SI FA NOTARE CHE, DAL 2000 AD OGGI, BEN IL 50% DELLE EDICOLE HANNO ABBASSATO DEFINITIVAMENTE LE SARACINESCHE E TANTE NE CHIUDERANNO A BREVE. PERTANTO NUMEROSE FAMIGLIE SI SONO TROVATE IN FORTI DIFFICOLTA’ ANCHE ESTREME.
GLI EDICOLANTI, ESSENDO LAVORATORI AUTONOMI, SE PRESI SINGOLARMENTE APPARENTEMENTE NON FANNO TESTO, MA SONO DA CONSIDERARSI COME UN’UNICA CATEGORIA SOCIALE, ORMAI DIVENUTA DEBOLE, MA, PROBABILMENTE, L’UNICA CHE SOSTIENE IL RICCHISSIMO PATRIMONIO CULTURALE NAZIONALE.
I GIORNALI, LE RIVISTE E I PRODOTTI EDITORIALI CARTACEI IN GENERE, ESSENDO IL PRODOTTO TIPICO DELLE EDICOLE E SOPRATTUTTO IL SISTEMA PIU’ ANTICO DI FARE INFORMAZIONE, HA TUTT’ORA UNA FONDAMENTALE IMPORTANZA RISPETTO AL DIGITALE IN QUANTO, PERMETTE UNA DIFFUSIONE CAPILLARE DELLE INFORMAZIONI SIA AGLI ”ANALFABETI INFORMATICI”, SIA DANDO LA POSSIBILITA’ DI ACCEDERE ALL’APPROFONDIMENTO DELLA NOTIZIA O DOVE NON SIA POSSIBILE L’USO DI MEZZI ELETTRONICI.
Pertanto si richiede una seria considerazione dei seguenti punti, ritenendo possano dare una boccata d’ossigeno ad una categoria ormai arrivata allo stremo.
Chiediamo al Governo, in base alle sue competenze, di regolamentare e intervenire tra le parti per poter risolvere in tempi brevissimi l’estrema crisi e di valutare adeguati aiuti alle attività e le famiglie a loro collegate, ormai in fase di cessazione definitiva.
I punti principali che riteniamo essere di fondamentale importanza sono i seguenti:
1) Concentrare la vendita del prodotto editoriale UNICAMENTE nelle edicole.
2) Aumento degli aggi netti al 25% per i quotidiani e riviste, del 35% per i gadget (pubblicazione di norma per bambini) se di prima immissione sul mercato e più alti se ridistribuiti. Verificare che l’addebito dell’Iva a carico degli editori, non ricada in realtà sull’aggio dovuto all’edicole. Si ricorda che le edicole sono soggette a prezzi imposti dagli editori a differenza di altre categorie commerciali che possano intervenire sul prezzo di vendita.
3) Divieto di distribuzione gratuita di prodotto editoriale presso scuole, ospedali, caserme, uffici pubblici e altro, o prevedere al posto di regalare copie un “ticket cultura” ai giovani da spendere unicamente in edicola.
4) Divieto tassativo di mettere a disposizione del pubblico le pubblicazioni editoriali nelle attività commerciali quali bar e negozi, sale d'aspetto e mezzi di trasporto, ospedali. Diversamente, ove opportuno, prevederne la vendita.
5) Obbligare il ritiro delle copie in abbonamento - oggi postale - esclusivamente in edicola. Ciò sarebbe mirato a mantenere la fidelizzazione e l’abitudine della clientela a frequentare i punti vendita. Va evidenziato che la rete edicole è capillare su tutto il territorio italiano ed ha un’adeguata rete distributiva. Infatti, non si riesce a comprendere perché l’editore debba usare il servizio postale, peraltro pur se per loro agevolato comunque un costo e non usare la rete tradizionale. Gli edicolanti, chiedono semplicemente, un compenso pari all’aggio dovuto alla regolare libera vendita.
6) Vera informatizzazione. Un unico portale nazionale gratuito, dove abbiano accesso tutti gli operatori della filiera, che permetta la programmazione e l’ottimizzazione della distribuzione al dettaglio e la prenotazione di qualsiasi pubblicazione reperibile in rete editoriale, anche su DL diversi da quello di appartenenza. Data la previsione dell’abolizione dei contributi all’editoria, vista come contributo agli editori, richiediamo che sia diversamente destinata all’ammodernamento della rete di vendita e inoltre, chiediamo che, chi intenda “rottamare” la propria edicola, lo possa attuare con il minor costo possibile.
7) Istituire un UNICO codice comportamentale valido su tutta la rete nazionale nei rapporti tra edicole, distributori ed editori. Questo per esempio, permetterebbe la libera resa "a specchio", l’abolizione o la reciprocità sulle fidejussioni tra DL e Edicola, nessuna spesa di trasporto per le edicole pure, nessun costo ulteriore per la scelta del DL sul sistema di pagamenti degli e/c.
8) Si chiede che il conteggio dei contributi e le aliquote obbligatorie tipo INAIL e assimilate, siano direttamente computate al conteggio fiscale e di conseguenza commisurate al reddito effettivo. Altresì, si chiedono interventi a sostegno, quali agevolazioni sulle spese di gestione come luce, telefonia, canoni occupazione suolo pubblico e Tari. La crisi ha portato ad una forte contrazione delle vendite e quindi dei ricavi, a fronte di un continuo aumento delle varie tassazioni. Questo punto è ovviamente più attinente al welfare che alla legge editoriale giacché tale.
9) Procedere all’inversione delle liberalizzazioni effettuate dalle precedenti legislazioni e di conseguenza riattivare e valorizzare le licenze di vendita.
10) Attivare regole antitrust per impedire eccessive posizioni dominanti da parte di alcuni editori che possano inficiare lo stato di salute della rete editoriale, impedendo l'accesso alla rete di editori più deboli e in generale, limitando la libertà di stampa.
11) Porre dei limiti territoriali ai DL. Si richiede che questi operino esclusivamente su singole regioni e/o per aree metropolitane. Se gli stessi non possono essere gestiti da privati come avviene ora, se ne preveda l'intervento pubblico, impedendo che alcuni DL siano legati alla stessa proprietà su territori più vasti di quelli indicati. Onde evitare conflitti di interesse e plateali discriminazioni, chiediamo che i DL non possano essere al contempo proprietari e/o gestori di punti vendita.
12) Istituire e mettere in azione un soggetto permanente presso il dipartimento dell’editoria, che controlli il rispetto di tutti in punti in elenco. Lo stesso, dovrà verificare l’osservanza da parte di tutti i soggetti della filiera editoriale delle regole.
Chiediamo al Governo nel rispetto delle singole competenze di intervenire a regolamentare quanto elencato, laddove le trattative dovessero ancora protrarsi troppo a lungo, in quanto la crisi che stanno vivendo le edicole non ci permettono di attendere ulteriormente.
Firmato GLI EDICOLANTI
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