Per l'unitarietà della Comunità nazionale italiana
Sono passati trent’anni da quando la nostra Comunità ha volutamente e apertamente espresso il volere di rimanere, esistere e resistere come Comunità unica ed unita, anche se divisa per la prima volta nella storia, da un confine tra due Stati. L’unitarietà della nostra Comunità sta alla base, ovvero è il principio fondamentale dell’identità di noi italiani che abbiamo vissuto e viviamo tuttora su questo territorio. Qualsiasi divisione causa danni alla nostra identità di gruppo nazionale, al nostro essere parte di una collettività che è stanziata in Istria, Fiume e Dalmazia da secoli e rappresenta il metodo per governarci, senza tener conto che la divisione non solo indebolisce un determinato nucleo, ma colpisce anche chi l’ha causata e voluta. Abbandonare i principi che sono stati posti trent’anni fa per la nostra Comunità avrà come conseguenza l’indebolimento della nostra posizione nei confronti degli stati di residenza, posizione che ricordiamo, è stata creata, mantenuta e consolidata in questi decenni grazie al lavoro di chi ci ha preceduti.
La nostra Comunità ha affrontato molte avversità nel secondo dopoguerra. Si è vista oggetto e partecipe di divisioni ed unioni, dovute ai fatti drammatici del ‘900, e poi di nuovo divisioni, anche fisiche, imposte da un confine che ancora oggi, a causa della crisi da COVID-19, si è trasformato in una barriera vera e propria, nonostante esso continui a non essere percepito quale tale dalla popolazione di queste terre, le terre Istriane. Dopo tutto la Comunità Nazionale Italiana ha resistito, ha vissuto, vive e vivrà a prescindere dalla cittadinanza o convinzione politica. Perché la nostra forza risiede proprio nella nostra voglia di restare uniti e rappresentati da un’organizzazione unitaria e rappresentante dell’intera CNI verso i Paesi di residenza e verso la madrepatria, l’Italia. L’abbiamo voluto negli anni novanta del secolo scorso, lo vogliamo ancor di più oggi.
Noi italiani, appartenenti alla Comunità Italiana residente in Slovenia vogliamo che tutte le nostre istituzioni di rappresentanza, l’Unione Italiana (UI), le CAN comunali di Pirano, Isola, Capodistria e Ancarano e la CAN Costiera:
- rispettino l’esistente accordo tra le parti, sottoscritto il 20 marzo 1997, che regola le relazioni tra le Istituzioni su base etica con il fine di creare rapporti di collaborazione tra le Istituzioni a beneficio di tutti i connazionali,
- che si rispettino la funzione dell’UI in Slovenia, che deve continuare a:
- svolgere la funzione di collegamento con la Nazione Madre e la CNI in Slovenia e Croazia al fine di preservarne l'integrità e l'identità nazionale;
- gestire le Istituzioni comuni della CNI in Slovenia e Croazia e curarne i rapporti con lo Stato sloveno;
- collaborare con le CAN per gli Enti e servizi pubblici che hanno sede in Slovenia e che offrono un servizio per tutta la CNI in Slovenia e Croazia;
- occuparsi della definizione delle strategie nel settore culturale (informazione, ricerca scientifica, editoria, ecc.), sportivo ed economico degli italiani in Slovenia e Croazia e, a questo scopo, collaborare con le CAN per quel che riguarda il territorio dello Stato Sloveno.
- che ogni Istituzione si renda partecipe per preservare la Comunità secondo il ruolo che ha in osservanza delle leggi vigenti,
- che le decisioni sull’amministrazione dei finanziamenti italiani per la CNI, vengono discusse ed approvate collegialmente dai preposti organismi dell’UI.
È interesse della CNI avere Istituzioni forti. Svuotando di potere l’UI, lasciamo alle generazioni che verranno dopo di noi meno strumenti per portare avanti il discorso della tutela e della salvaguardia della CNI in Slovenia e Croazia, paradossalmente a pochi mesi dalla caduta del confine sloveno-croato ossia dall’entrata della Croazia nel regime di libera circolazione di Schengen.
Diciamo NO ad atteggiamenti di chiusura. Vogliamo che le nostre Istituzioni lavorino sulla base dei principi della permeabilità dei confini e della cooperazione inter-regionale.
Se non verranno rispettati gli accordi e i ruoli delle varie Istituzioni, si corre il rischio che ognuno vada per la propria strada, ci si allontani pericolosamente, fino a far cessare ogni forma di collaborazione tra i vari soggetti rappresentanti di una stessa medesima CNI divisa da un confine innaturale: siamo tutti parte di un unico Popolo e di un’unica Europa unita. Rischiamo così di essere alla mercé di soggetti esterni alla CNI che decideranno per noi: su come dobbiamo essere organizzati e rappresentati, sui finanziamenti, sui progetti da realizzare, su cosa dobbiamo dire e pensare.
I principi di unione e inclusione di tutti va salvaguardato. Ce lo insegna la nostra storia, la nostra autoctonia indipendentemente dalle amministrazioni politiche che ci hanno governato. Siamo e dobbiamo restare una Comunità unica, non solo con la stessa lingua, cultura, storia, origine, ma una Comunità con un’identità forte, inclusiva dalle molteplici cittadinanze.
Luka Juri Contatta l'autore della petizione